Ora lo Stato dia un segnale alle famiglie

Quanto vale una vita? Vale gli 825 euro di pena pecuniaria con cui se la caverà il 64enne di Forlì che s’è spacciato per una donna e per i cui comportamenti s’è ucciso Daniele, 24 anni? Oppure vale la camicia bianca indossata da Davide Ferrerio, il ventenne bolognese pestato e ridotto in stato vegetativo per uno scambio di persona in Calabria, originato durante una spedizione punitiva proprio da un messaggio su quella camicia del reale destinatario dell’agguato? Quanto vale una vita? E quanto vale una vita a vent’anni, quando davanti te o ai tuoi figli o nipoti dovrebbero esserci solo progetti, sogni, grandi sogni, destini e non il sangue, non la fine? Ecco, ha senso interrogarsi sul senso di una fine: oggi per Davide scenderà in campo il Bologna, con una maglietta. Ma per lui non c’è più nulla da fare: i genitori hanno raccontato che è in stato vegetativo, che non si sveglierà più.

Come Daniele, che non c’è più con un gesto estremo nato nel contesto di false identità sul web. Quello che colpisce, in queste storie, è la dignità e il coraggio delle famiglie delle vittime. Che non solo si battono per la memoria dei loro ragazzi, ma che in entrambi casi hanno chiesto una sola cosa: l’intervento dello Stato. Entrambe hanno fatto appello al premier Meloni (per evitare che tutto finisca con quegli 825 euro) e al ministro Nordio (perché l’inchiesta non dimentichi i presunti colpevoli).

Dignità e coraggio. È questa, dunque, l’occasione per chiedersi ancora una volta come mai il diritto penale sia considerato ’totale’, cioè invocato – come insegnava il compianto professor Filippo Sgubbi – in ogni situazione come intervento salvifico e quale preteso rimedio politico e mediatico ai vari mali sociali. La risposta sta, sicuramente, in una certa distanza fra i cittadini e quello Stato da essi invocato. E sta anche nella sensazione che siano spesso le vittime e le loro famiglie a sentirsi meno tutelate dalle norme di un Paese liberale che poi, in fondo, forse così liberale non è. Non è un caso che questo Governo sia partito dalla giustizia con l’azione politica. Ma la visione può e deve essere più ampia.