Crisi Ucraina, escalation militare e bombe al confine. Colpito anche un asilo

Lavrov: "Ora vedrete chi mente". Nel Donbass battaglie al fronte tra separatisti e governativi, colpito un asilo. Kiev: "Non rinunceremo mai alla Nato". Lo spettro nucleare

I soldati ucraini sulla linea del fronte

I soldati ucraini sulla linea del fronte

Mosca - La Russia rispolvera la glasnost (“trasparenza“) e annuncia che il carteggio con gli Stati Uniti sulla Nato verrà messo a disposizione di chiunque. Il ministro degli Esteri Lavrov ha specificato infatti che la lettera di risposta alle proposte americane sulle richiesta di Mosca sulla sicurezza verrà resa pubblica. Lo annuncia il ministro degli Esteri Sergei Lavrov dopo l’incontro a Mosca con Luigi Di Maio. “Sarà una lettera aperta all’opinione pubblica”, ha detto. “È importante che la gente vi abbia accesso, se teniamo segreti questi documenti l’opinione pubblica dovrà piegarsi alle menzogne nello spazio mediatico”. Lavrov ha poi specificato che la lettera verrà inviata “nelle prossime ore” sia in forma cartacea che elettronica.

La tesi della propaganda

Una mossa certo a sorpresa, ma che rende l’idea di quanto la (potenziale) guerra tra Russia e Ucraina, al momento si giochi soprattutto sul terreno dell’informazione. Non a caso il nuovo attacco di Lavrov agli Usa è proprio su questo fronte, con una tesi ormai consolidata a Mosca: gli Stati Uniti e la Nato puntano sulla propaganda e sul panico. ”Escalation... de-escalation - dice Lavrov - non è la terminologia nostra, ma un invenzione della propaganda ormai diventata un cliché. Cosa accadrà dal 20 febbraio? Non e’ una domanda da fare a me, non siamo noi a fomentare la tensione”.

Kiev: "Non rinunceremo mai alla Nato"

Il presidente ucraino Zielensky trai militari
Il presidente ucraino Zielensky trai militari

Da Kiev un segnale netto a Mosca. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky (nella foto sopra) chiarisce che l'adesione alla Nato è una "garanzia di sicurezza" per il Paese, escludendo qualsiasi compromesso.  "Abbiamo perso 15.000 persone. Non è un'ambizione. È la nostra vita.  "Non si tratta della Nato. Riguarda il futuro delle persone... La questione della Nato non riguarda l'adesione. Se parliamo della Nato, dell'UE, dei territori temporaneamente occupati, stiamo parlando della nostra indipendenza. Questo è tutto. Quello abbiamo deciso cosa vogliamo e cosa faremo nel nostro futuro". La Nato "è una garanzia di sicurezza. Allora come possiamo scegliere un'altra strada? Per noi è una garanzia di non perdere la nostra indipendenza".

Armi nucleari in Bielorussia

Ad alimentare la tensione, se ancora ce ne fosse stato bisogno, arriva un altro alleato di Putin, il presidente bielorusso, Aleksandr Lukashenko. La sua dichiarazione è palese: il suo Paese sarebbe disposto a ricevere "armi nucleari" in caso si sentisse minacciato dai Paesi occidentali. "Se necessario, se questi passi stupidi e insensati vengono intrapresi dai nostri rivali e oppositori, dispiegheremo non solo armi nucleari ma anche armi supernucleari, al fine di difendere il nostro territorio", ha affermato Lukashenko. 

Bombe su un villaggio

Intanto sul terreno bellico, l’esercito ucraino ha reso noto che le forze separatiste appoggiate dalla Russia nell’Ucraina orientale hanno sparato colpi di mortaio contro un villaggio nella regione di Lugansk, colpendo un asilo. Secondo i militari, non ci sono stati comunque feriti. Lo riporta il Guardian, che pubblica alcune immagini diffuse da ufficiali militari ucraini che mostrano l’asilo danneggiato preso di mira nel villaggio di Stanytsia Luhanska. Anche il Cremlino sta monitorando l’aggravarsi della situazione in Donbass, rilevando l’enorme potenziale di attacco delle truppe ucraine sulla linea di contatto. E non ostenta ottimismo.

Un militare ucraino al fronte
Un militare ucraino al fronte

Sale la tensione nel Donbass

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, commenta le notizie di bombardamenti lungo la linea del fronte tra separatisti e governativi. “Leggiamo e vediamo le notizie che provengono da li’. Naturalmente, i nostri militari hanno piu’ informazioni, perche’ ci sono dati da fonti speciali. Ma anche senza questo, è assolutamente chiaro che la situazione sta peggiorando”, ha detto Peskov alla stampa. “Nelle ultime 24 ore, abbiamo sentito notizie secondo cui, si dice, la Russia conserva un enorme potenziale di attacco al confine. Ma stiamo parlando del nostro territorio. Ma nessuno, nemmeno un rappresentante occidentale, parla dell’enorme potenziale di attacco delle forze armate ucraine sulla linea di contatto”. “Anni di dialogo con la Nato - ha aggiunto Lavrov - sono finiti di colpo quando hanno deciso di appoggiare i movimenti anti-parlamentari della Crimea quando si è deciso di svolgere un referendum. Alcuni politologi dicono che forse era proprio loro interesse mettere le mani sulla Crimea»

Le sanzioni e l'Italia

Lavrov è poi in parte entrato nel merito delle richieste russe agli Usa: «Dobbiamo rispettare gli accordi di Minsk e il principio dell’indivisibilità della sicurezza» e la soluzione alla crisi non è «l’allargamento a Est dell’Alleanza Atlantica», che anzi «deve tornare ai confini del 1997», ha aggiunto Lavrov, precisando che “non è corretto dire che la Russia, nel carteggio, abbia presentato una lista dei criteri di sicurezza”, è stata l’Osce. Poi ha puntato il dito contro l’Occidente e le misure economiche restrittive annunciate contro la Russia: «Le sanzioni non possono essere varate se almeno un Paese sarà contrario. Non credo che l’Italia sia interessata a fomentare la tensione», anzi «noi vediamo che segue la tradizione della sua diplomazia» che è quella di «non minacciare in continuazione, non promettere punizioni, ma cercare soluzioni».

Il formato Normandia

La replica di Di Maio: «Riteniamo fondamentale continuare a incoraggiare tutte le parti ad impegnarsi per la concreta attuazione degli Accordi di Minsk, sia con riguardo agli impegni assunti sul piano della sicurezza sia con riguardo alle clausole politiche. Sosteniamo i negoziati in corso, sia nel Formato Normandia, di cui auspichiamo la convocazione al più presto di un Vertice, sia tra Nato e Russia, e tra Stati Uniti e Russia, sulla più ampia architettura di sicurezza europea. Avanzare nella risoluzione della crisi ucraina dando attuazione graduale agli Accordi di Minsk è tanto più importante in quanto consentirebbe di rilanciare i rapporti tra Unione Europea e Russia“. 

Putin come Gorbaciov, con la voglia a forma di Ucraina
Putin come Gorbaciov, con la voglia a forma di Ucraina

Di Maio e la mediazione

Di Maio ha poi parlato  del suo incontro con il ministro ucraino Dmytro Kuleba, martedì a Kiev. “C’è volontà da entrambe le parti”. Quanto al ruolo dell’Italia, in virtù delle “storiche relazioni con la Russia” il confronto avviene “come tra amici, con franchezza, anche su punti su cui si hanno visioni differenti”. Il dossier russo, ha continuato, “sarà al centro di tutti i prossimi gli incontri di alto livello”, ritenendo che in ambito Osce e del Consiglio Nato-Russia, “la Russia è parte del dialogo sulla sicurezza nel continente. La mia presenza qui- ha garantito il capo della Farnesina- testimonia che intendiamo trovare una soluzione diplomatica”, certo che “le armi devono lasciare lo spazio alla diplomazia. Credo che un Consiglio Nato-Russia possa essere uno dei consessi fondamentali per discutere della sicurezza europea e superare questa crisi“. 

Il pessimismo di Londra

Ancora molto diffidenti gli inglesi: “Non dobbiamo farci illusioni sul fatto che la Russia possa trascinare tutto questo molto più a lungo con uno stratagemma volto a passare settimane, se non mesi, a sovvertire l’ Ucraina e sfidare l’unità dell’Occidente”. A scriverlo, sul Daily Telegraph, è Liz Truss, ministro degli Esteri del governo di Londra. “Non dobbiamo lasciarci cullare da un falso senso di sicurezza perché la Russia afferma che alcune truppe stanno tornando nelle loro caserme, mentre in realtà la mobilitazione militare russa non mostra segni di rallentamento. Al momento non ci sono prove che i russi si stiano ritirando dalle regioni di confine vicino all’ Ucraina”, sottolinea. 

Le quotazioni del gas

Torna a salire intanto il prezzo del gas naturale in Europa, con le tensioni in Ucraina. In rialzo i future ad Amsterdam (+7,1%) a 74,5 euro al MWh, così come a Londra (+7,3%) a 179,1 penny per Mmbtu, l’unità termica britannica equivalente a 28,26 metri cubi.