Vaccini Covid in Italia: cosa cambia dopo l'ultima ordinanza di Figliuolo

Il commissario straordinario Covid davanti alle commissioni Affari sociali di Camera e Senato: "Se Regione compra vaccini deve distribuirli ad altre". Ordinanza: vaccinare anche domiciliati. Curcio: no dosi di fine giornata a chi aspetta non in lista. E avverte: "Nel primo trimestre consegnate un milione di dosi meno del previsto"

commissario straordinario all'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo (Ansa)

commissario straordinario all'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo (Ansa)

Roma, 30 marzo 2021 - Se una Regione compra delle dosi di vaccino deve distribuirle "in egual misura" a tutte le altre. Lo ha chiarito oggi il commissario straordinario all'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo parlando alle commissioni riunite Affari sociali di Camera e Senato. Aprendo anche la possibilità di allargare ad altre tipologie di vaccini: "Se serve perché no? Qualunque esso sia". Il commissario ha poi annunciato l'arrivo di oltre 8 milioni di dosi, di cui 400 mila Johnson&Johnson. Ma è stato il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ad avvertire che "l'Italia avrà alla fine del primo trimestre oltre un milione di dosi in meno rispetto a quanto indicato dalle case farmaceutiche nell'ultimo piano del ministero della Salute". "Erano previste 15,6 mln dosi per primo trimestre - ha spiegato Curcio - questo valore oggi è chiuso a circa 14 milioni e 170mila dosi, oltre un milione di dosi" in meno. 

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Alle commissioni di Camera e Senato Figliolo ha confermato l'incremento delle vaccinazioni per le persone più vulnerabili, con l'obiettivo di raggiungere l'80% della popolazione entro il 30 settembre, grazie a un target, però da raggiungere, di 500mila somministrazioni al giorno, e che il generale prevede a regime nella terza settimana di aprile: tutto ciò permetterà, ha sostenuto commissario straordinario, l'immunità di gregge entro fine settembre". Sul tema delle vaccinazioni a fine giornata per non fare sprechi è intervenuto invece Curcio con un netto stop: no a chi aspetta sperando di approfittarne, ma il siero va dato a persone della stessa categoria a cui era destinato di partenza, se no il rischio è "perdere la fiducia del cittadino".

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Vaccini: se Regione compra deve distribuire

"Altre tipologie di vaccini, se serve perchè no? Qualunque esso sia. Se li compra una Regione, ammesso che possa farlo, le deve distribuire in egual misura con tutte le altre. Sicuramente io li divido secondo le percentuali previste perchè nessun cittadino da Pantelleria a Tarvisio deve avere chances diverse, lo dice anche la nostra Costituzione", ha detto il commissario straordinario all'emergenza Covid alle commissioni riunite Affari sociali di Camera e Senato.

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Previsione forniture

"Le previsioni circa le forniture di vaccini per il mese di aprile confermano il trend attualmente in crescita, con oltre 8 milioni di dosi in arrivo, 400 mila delle quali del tipo Johnson&Johnson", ha detto Figliuolo.

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Vaccinazioni: il target giornaliero

"Il target è quello di 500 mila somministrazioni al giorno a regime, da raggiungere nella terza settimana d aprile per ottenere l'immunità di gregge entro fine settembre", è la previsione del generale, ribadita davanti alle commissioni di Camera e Senato. Riguardo alla situazione della somministrazioni di vaccini: "Dall'inizio della campagna hanno raggiunto quota 9.6 milioni e si è registrato un notevole incremento per ciò che riguarda le persone più vulnerabili: i nostri anziani e chi soffre di patologie gravi. Ad oggi sono circa 3.7 milioni le dosi somministrate, un numero che cresce giorno dopo giorno". Figliulo punta a "conseguire la vaccinazione dell'80% della popolazione entro il 30 settembre di questo anno, dando subito priorità alle persone più vulnerabili".

Più vaccinatori

"La capillarizzazione delle somministrazioni è essenziale per il successo della campagna vaccinale", ha ribadito il generale, "puntiamo ad incrementare la platea dei vaccinatori, dando impulso agli accordi con i medici di medicina generale, studi privati, specializzandi, federazione medico sportiva italiana, pediatri e medici ambulatoriali, assunzione di medici a chiamata, odontoiatri, farmacisti". E ha aggiunto: "Le stiamo pensando tutte col ministro Speranza, se vogliamo esser pragmatici, si accettano piccoli rischi a beneficio di un bene supremo". Sempre fermo che "è chiaro che i somministratori dovranno avere requisiti minimi, ma se cominciamo a dire 'virgola, punto e virgola, punto esclamativo allora lasciamo perdere".

Più punti vaccinazione

"Attualmente abbiamo oltre 2 mila punti vaccinali di varie dimensioni: il loro numero è cresciuto del 30% a marzo", ha spiegato il commissario all'emergenza Covid in audizione davanti alle commissioni riunite Affari sociali. Altri 420 siti sono stati individuati per la somministrazione dei vaccini, e comunicati alle Regioni, ha aggiunto Figliuolo. Individuati anche siti produttivi della grande distribuzione, le palestre, le scuole, le strutture di associazioni o della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana. 

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Regioni, vaccinare anche domiciliati

Il commissario straordinario ha firmato un'ordinanza, emessa ieri per l'attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini anti Covid, in cui dispone che "ciascuna Regione o Provincia autonoma proceda alla vaccinazione non solo della popolazione ivi residente, ma anche di quella domiciliata nel territorio regionale per motivi di lavoro, di assistenza familiare o per qualunque altro giustificato e comprovato motivo che imponga una presenza continuativa nella Regione o nella Provincia autonoma".  

Curcio: vaccini a fine giornata a chi spettano

Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio ha affrontato il tema, tanto discusso in questi giorni, su chi aspetta i vaccini che restano a fine giornata, sperando in una iniezione saltando categorie e file. "E' necessaria una omogeneizzazione, ne parlerò al commissario", ha detto Curcio  in videoconferenza davanti alla commissione Affari sociali alla Camera. Il capo del dipartimento della Protezione civile ha ammesso che "il fine di non sprecare neppure una goccia del vaccino è da perseguire assolutamente", ma "al di là di indicazioni generali serve secondo me un accordo con le Regioni per indirizzare le dosi che restano non al ventenne, ma alla stessa categoria a cui erano destinate. Sennò si creano situazioni che stridono, persone che si mettono fuori e aspettano, meccanismi che fanno perdere la fiducia del cittadino. Se la perdiamo, la campagna non va avanti". Quindi: niente dosi residue di vaccino a persone che si piazzano in fila pur sapendo che quel giorno non erano previste nel calendario vaccinale di somministrazione.