Ascoli: meraviglia Sabiri. Ma guai a rilassarsi!

Il numero 21 bianconero è una spanna superiore agli altri. Ma non basterà affidarsi solo a lui

Sabiri (Foto LaBolognese)

Sabiri (Foto LaBolognese)

Ascoli Piceno, 27 dicembre 2020 - E adesso? Che facciamo? Cambiamo registro? Lo lasciamo uguale? Va tutto bene? Va tutto male? Quella contro la Spal è una vittoria che resterà probabilmente negli annali della storia bianconera per varie motivazioni. Prima tra tutte, perché finalmente l’Ascoli riesce ad autoconvincersi che le partite si possono vincere soffrendo la qualità assoluta di un avversario che, va detto, si specchia su se stesso troppo facendo quasi affidamento sulla sicurezza che tanto “prima o poi l’Ascoli un gol lo prende…”. Niente affatto. BARBAPAPA’. Lasciando fuori dal discorso la giornata paranormale di un portiere (Leali, of course) che già quando è “normale” ti assicura parate di categoria superiore, è l’atteggiamento con cui Sottil ha obbligato, a voce, i suoi ragazzi a non cadere nel tranello del gioco basso che va annoverato tra le migliori notizie di giornata. Finalmente una voce grossa, forte, tosta, che quasi ti intimorisce a guidare un gruppo che (non sarà un risultato positivo a cambiare questa nostra convinzione) ha come deficit maggiore proprio quello della mancanza di leader riconosciuti. Sottil, almeno stavolta, ha fatto un po’ come quei vecchi cartoni animati che piacciono anche ai bimbi di oggi, quei Barbapapà che sanno modellarsi in base all’esigenza. Ha visto che serviva voce grossa, in campo, durante la partita, per guidare i momenti decisivi della gara. E serviva che i suoi non abbassassero mai la guardia per restare accesi anche all’ultimo respiro della contesa. E proprio come i Barbapapà è riuscito a colmare la lacuna principale di questa squadra sottolineandone invece le doti migliori. NINKOVIC. Attenzione, perché nel giorno dell’esaltazione che ci pervade (tutti, perché lo ripetiamo, vincere contro questa Spal, nella situazione in cui è la squadra bianconera, è una vera iniezione di fiducia per il futuro e una grande impresa) vanno trattati due temi fondamentali, decisivi per capire che tipo di campionato avremo da vivere d’ora in avanti. Il primo: guai a pensare che Sabiri possa essere sempre la soluzione offensiva che rende ogni avversario capace di inginocchiarsi. Signori, questo ragazzone che non parla ancora mezza parola di italiano, udite udite, a livello di realizzazione è più forte anche del pasticcere Ninkovic e rispetto al serbo – che rimane il più forte giocatore visto al Del Duca, in bianconero, negli ultimi quindici anni, al netto delle deprecabili situazioni extracalcistiche - sembra avere anche la dote di saper rincorrere l’avversario. Ripiegare. Essere utile anche quando la palla ce l’hanno gli altri. Ma non gli va messa in mano “tutta la squadra” perché si correrebbe il rischio, lo stesso rischio, che ha reso l’Ascoli dipendente dall’11 di Bogatic negli anni scorsi. LINEA. Il secondo: guai a pensare che questa vittoria possa far credere che serva intervenire meno sul mercato. Condividiamo il pensiero del direttore Polito: tre partite e si tira una linea. Una linea che deve prevedere, per forza e necessità, interpreti diversi sulle bande laterali difensive ed offensive. Con gratitudine per chi, oggi, si è destreggiato con impegno e concretezza. Ah, una cosa, prima di salutarvi. Un bel bravo a Pierini, un bravo grande così. Se lo merita. Perché se l’Ascoli batte la Spal è perché lui e Bajic hanno messo la testa dentro al piede nell’azione del 2-0…