
Anche in Appello è stato accolto l’impianto accusatorio del pm ascolano Umberto Monti
Ascoli, 22 dicembre 2022 – Dieci anni di carcere al santone e sette anni e quattro mesi alla sua amante soggiogata. Questa la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Ancona a parziale riforma di quella pronunciata il 15 febbraio scorso dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Ascoli Rita De Angelis che aveva anche lei condannato a dieci anni Massimo Simonetta, 51enne di Almenno San Salvatore (Bergamo), ma ad otto anni la donna, che dunque in appello ha avuto otto mesi di sconto.
Confermato dai giudici del tribunale dorico inoltre anche il risarcimento di 150.000 euro ad ognuno dei due bambini che, assistiti dall’avvocato Stefano Pierantozzi, si sono costituiti parte civile nei confronti di Simonetta, ma non contro la loro madre. L’uomo, arrestato ad aprile 2020, anche in secondo grado è stato riconosciuto colpevole di ripetuti abusi sessuali e maltrattamenti fisici e psicologici in danno di una bambina e di un bambino, tra loro fratelli.
Sul santone pesavano anche le aggravanti della crudeltà, dei motivi abbietti, della minorata difesa e dell’abuso di relazioni. Bambini sottoposti insieme agli adulti a prove di resistenza degradanti dal bergamasco che aveva soggiogato i loro genitori, costringendo la madre anche a rapporti sessuali incestuosi coi figli.
Le vittime all’epoca dei fatti erano bambini, nel frattempo cresciuti; il ragazzo, ora maggiorenne, ha lasciato l’Italia, la sorella ancora minorenne, benché affidata ai servizi sociali, vive con la madre.
E’ stata proprio la figlia a far capire a chi di dovere che anche la mamma era stata in fondo vittima di Simonetta che l’aveva soggiogata ai suoi voleri e che, di fatto, è stata lei alla fine a salvarla dal suo aguzzino.
Ha chiesto quindi di restare con la madre ed è stata accontentata.
Accolto dunque anche nella sentenza di Appello l’impianto accusatorio del procuratore ascolano Umberto Monti che ha indagato avvalendosi dei carabinieri, facendo emergere un quadro allucinante ai danni dei piccoli. I fatti in questione sarebbero avvenuti fra il 2012 e il 2014 tra il territorio di Ascoli e quello del Fermano, luoghi dove l’uomo aveva costituito una sorta di comunità di studio e meditazione su tematiche spirituali e di crescita interiore, vantandosi di spiccate capacità sessuali. Simonetta inoltre si spacciava anche per avvocato.
Per ottenere l’iscrizione all’Ordine aveva prodotto un’autocertificazione allegando, però, falsi documenti dell’Università La Sapienza con tanto di voti; non si era autoassegnato tutti 30 nel suo libretto falso, ma anche qualche voto appena più basso, giusto per non destare troppi sospetti.