Addio Ballarin, è partita la demolizione. Dalle ceneri dello stadio sorgerà un parco

Dopo 93 anni San Benedetto saluta uno dei suoi simboli. Ci sarà anche uno spazio per ricordare le gesta della Sambenedettese

Addio Ballarin, è partita la demolizione. Dalle ceneri dello stadio sorgerà un parco

Addio Ballarin, è partita la demolizione. Dalle ceneri dello stadio sorgerà un parco

È rimasto lì, al confine fra San Benedetto e Grottammare, per 93 primavere. E il 2024, inevitabilmente, sarà il suo ultimo anno: ieri, infatti, la ditta incaricata di demolire il perimetro dello stadio Ballarin ha montato il cantiere per iniziare le operazioni. O meglio, quel che rimane, del vecchio impianto. E cosa resta? Due curve e la tribuna est, mentre la ovest era già stata smantellata dall’amministrazione Piunti, e al suo posto era stato realizzato un muro commemorativo dell’immane tragedia: la morte di due ragazze nel rogo divampato in quel fatidico 7 giugno 1981, durante l’ultima di campionato di serie C contro il Matera. Il rettangolo di gioco è solo un pallido ricordo dei tempi che furono, con l’erbaccia che negli ultimi anni vi è cresciuta incolta. E poi ancora, ferro arrugginito, cemento sgretolato, antenne, pali e reti in fil di ferro che appartengono ad un’altra epoca. Segni di un evidente declino, che però non ha mai scoraggiato i tifosi rossoblù, sempre pronti a difendere quella che molti di loro definiscono ‘casa’. Ad essere demolite saranno la curva nord, poi la tribuna est ed infine la storica curva sud, dove i supporters della Samb hanno vissuto pomeriggi indimenticabili. E se è vero che la ‘vecchia guardia’, con il trascorrere degli anni, si è assottigliata, è altrettanto vero che le nuove leve della tifoseria hanno ereditato il mito – quello sì, incrollabile – di uno stadio che faceva paura a tutte le squadre ospiti. Cosa rimarrà di tutto questo? L’amministrazione guidata da Antonio Spazzafumo ha ricordato più volte che, all’interno del volume che sostituirà la sud, verrà realizzato uno spazio in memoria dello stadio e della Samb che vi ha giocato. Chissà, forse una sorte di percorso museale. Sul prato, una volta abbattute le delimitazioni in cemento, verrà realizzato un parco verde per famiglie, con percorsi, siepi, alberi, aree di sosta, laghetti e qualche piccolo corso d’acqua.

Da tempo la città chiedeva una zona dove portare bambini, un’oasi per gli anziani, un nuovo ‘biglietto da visita’ per chi viene da nord. C’è chi avrebbe voluto un campo di calcio per le giovanili, ma alla fine il vertice comunale ha preso il toro per le corna, affidandosi alle idee dell’archistar Guido Canali, presentate un anno e mezzo fa in Auditorium. E da ieri il Ballarin è un cantiere a cielo aperto: arrivate le ruspe, sistemate le transenne, è stata vietata la sosta al parcheggio in zona nord e al largo Borgonovo. Da domani, e per l’intera durata della demolizione, sarà rimossa la pista ciclopedonale di via Marchegiani, in cui sarà vietato anche il transito veicolare. In qualunque ora del giorno è possibile vedere persone avvicinarsi e fare foto al vecchio stadio. La sensazione che qualcosa di grande se ne stia andando per sempre è forte più che mai.

Giuseppe Di Marco