Bancarotta di Piceno Sviluppo, l’Appello conferma la sentenza

La Corte d’Appello di Ancona ha confermato l'assoluzione di Bruno Formichetti, Giovanni Aliffi e Rosalba Andrenacci nell'ambito dell'inchiesta sulla bancarotta di Piceno Sviluppo. Il processo di primo grado è ancora in corso.

Bancarotta di Piceno Sviluppo, l’Appello conferma la sentenza

Bancarotta di Piceno Sviluppo, l’Appello conferma la sentenza

La Corte d’Appello di Ancona ha confermato la sentenza emessa il 9 luglio del 2021 dal giudice per le udienze preliminari del tribunale di Ascoli che aveva assolto "perché il fatto non sussiste" Bruno Formichetti, Giovanni Aliffi e Rosalba Andrenacci, tutti all’epoca processati con rito abbreviato nell’ambito dell’inchiesta sulla bancarotta di Piceno Sviluppo, società consortile costituita come società del patto territoriale industria e artigianato. Quel giorno il giudice Rita De Angelis aveva emesso una sentenza di non luogo a procedere per Germana Ciccola, Evasio Cucchiaroni e Dante Bartolomei per i primi tre capi di imputazione, rinviandoli invece a giudizio per il quarto capo di imputazione riguardante la bancarotta relativa ai presunti ricavi fittizi per un ammontare di 209mila euro nei confronti del Polo Energetico. Il processo di primo grado nei loro confronti è ancora in corso. Difesi dagli avvocati Mauro Gionni e Nazario Agostini tutti hanno sempre rivendicato l’estraneità tutte le accuse. In ogni caso, per tutti già a luglio 2021 era caduta l’ipotesi di irregolarità sulla gestione dei costi del personale e delle consulenze affidate ad uno studio privato, che erano state inserite nell’attivo dello stato patrimoniale. L’accusa mossa dal pm Cinzia Piccioni a tutti, tranne Bartolomei, è quella di aver causato, ognuno per le responsabilità derivanti dal ruolo ricoperto, il dissesto della società Piceno Sviluppo falsificando i bilanci societari negli esercizi 2007, 2008 e 2009 attraverso l’appostamento di valori in violazione dei principi contabili e/o corrispondenti al vero, celando, di fatto, i reali risultati d’esercizio. In sostanza, secondo la Procura sarebbero stati capitalizzati "impropriamente" nell’attivo dello stato patrimoniale costi d’esercizio relativi agli stipendi di due dipendenti e per consulenze esterne: 82.762 euro nel 2007, 35.434 nel 2008, 39.123 euro nel 2009. Bartolomei è accusato con Ciccola e Cucchiaroni di bancarotta per aver imputato a conto economico ricavi fittizi nei confronti della polo Energetico per 209 mila euro. La sentenza di primo grado era stata impugnata dalla Procura di Ascoli, ma il ricorso è stato respinto dalla Corte d’Appello che l’ha ritenuto "infondato" spiegando, tra l’altro, che "i costi portati in capitalizzazione effettivamente sussistevano e, almeno in una prospettiva di medio termine, in ragione dell’articolazione delle attività in vista del raggiungimento dello scopo di realizzazione di un progetto reale e non virtuale, e di ottenere così il finanziamento statale pe rivitalizzare o apparare la compagine". p. erc.