Comprensori sciistici, arrivano dalla Regione i ristori per le imprese

Stanziati oltre 4 milioni, suddivisi in tre categorie. Da Monte Piselli ad Arquata, ecco quanti contributi ci saranno

Novità in vista per il turismo sciistico marchigiano, con la giunta regionale che nella giornata di ieri ha approvato i criteri per ripartire i 4 milioni e 485.759 euro stanziati dallo Stato e destinati alle imprese attive nei comuni che fanno parte di comprensori sciistici. Per suddividere le risorse tra gli aventi diritto, i comuni dei 5 comprensori sciistici marchigiani sono stati classificati in tre diverse fasce, A, B e C, in base al grado di incidenza dell’economia dello sci. In quest’ottica, secondo quanto stabilito da Palazzo Raffaello, a beneficiare dei contributi sarà un bacino di imprese collegate al turismo della neve che, procedendo verso le fasce più basse, andrà sempre più a restringersi verso le realtà imprenditoriali più vicine allo sci: ad esempio, nei comuni di fascia A saranno alberghi, ristoranti e bar, ma anche negozi di attrezzature sportive e taxi a poter contare sui ristori, con dei codici Ateco che invece escluderanno determinate categorie nelle fasce B e C. Nello specifico, il comprensorio di riferimento della nostra provincia, quello di Forca Canapine e Monte Piselli, può contare su 2 sedi di fascia A – Arquata e gli stessi impianti di Monte Piselli –, 3 di fascia B – Acquasanta, Folignano e Montegallo – e il capoluogo Ascoli come unico Comune in fascia C. I ristori sono rivolti alle attività che nel 2020 hanno subito una riduzione del volume di affari nella percentuale minima del 30% rispetto alle annualità 2017, 2018 e 2019, con un contributo a fondo perduto che non potrà superare il 50% della perdita del volume di attività medio rispetto alle medesime annualità, salvo alcune eccezioni previste per i Comuni di fascia A. In alternativa, per le imprese del cratere sismico sarà invece possibile prendere come riferimento il volume di affari del 2015.

Federico Ameli