"Copertura crollata perché è stato preferito l’acciaio al legno"

Il crollo della copertura della palestra di Folignano è stato collegato alla scelta di una copertura in acciaio anziché in legno nel progetto finale. Due imputati sono accusati di disastro colposo e crollo colposo.

"Copertura crollata perché è stato preferito l’acciaio al legno"

"Copertura crollata perché è stato preferito l’acciaio al legno"

Il crollo della copertura della palestra di Folignano avvenuto il 17 gennaio 2017 è da mettere in relazione col fatto che nel progetto definitivo dello stralcio di completamento è stata prevista una copertura in acciaio invece che in legno, come originariamente progettato. Questo il concetto ribadito del consulente della Procura nell’ultima udienza del processo in corso davanti al tribunale di Ascoli riguardante il cedimento del tetto della struttura integrata di Villa Pigna avvenuto sotto il peso della neve che in quei giorni cadde abbondante in tutto il Piceno. Imputati sono Riccardo Adamoli e Carlo Guaiani. Adamoli è coinvolto quale professionista incaricato dal Comune di Folignano per la progettazione definitiva ed esecutiva della struttura integrata polivalente, quale progettista del 1° stralcio e progettista e direttore dei lavori per il 2° stralcio di completamento dell’opera. L’architetto Guaiani compare quale responsabile unico del procedimento in relazione ai lavori del 2° stralcio. Assistiti rispettivamente dagli avvocati Mariano Nardi e Alessio De Vecchis, sono accusati di disastro colposo e crollo colposo; è parte civile il Comune di Folignano (avvocato Mauro Gionni). Queste le posizioni che il procuratore Monti ha isolato, archiviando invece l’inchiesta sull’ex sindaco di Folignano Pasquale Allevi e su Vincenzo Benassai, dal 2000 al 2006 direttore generale e responsabile del servizio lavori pubblici del Comune. In precedenza era stata disposta l’archiviazione per l’architetto Emidio Cinesi, collaudatore statico solo del 1° stralcio, e per i titolari delle due ditte che hanno eseguito i lavori, Gaetano Storace di Napoli e Bernardo Santonicola di Salerno. Allevi era stato coinvolto poiché la prima delibera sulla realizzazione della struttura integrata di Villa Pigna venne fatta nel 2000; all’epoca era sindaco e affidò all’ingegner Adamoli la progettazione dell’opera completata nel 2004; a carico di Allevi la magistratura non ha ravvisato responsabilità. Il procuratore Monti contesta agli imputati anche non sarebbero stati rifatti i calcoli complessivi dell’opera che avrebbero dimostrato l’incapacità dei pilastri in cemento armato di sostenere la copertura più pesante.

Peppe Ercoli