Pro vita nei consultori. Antonucci dell’Aied:: "Sono presenti già abbastanza ostacoli"

La presidente interviene sul decreto: "La legge prevede associazioni per il sostegno alla ‘maternità’, ovvero dopo la nascita. Il principio è che la donna abortisca solo perché non ha un supporto economico".

Pro vita nei consultori. Antonucci dell’Aied:: "Sono presenti già  abbastanza ostacoli"

Pro vita nei consultori. Antonucci dell’Aied:: "Sono presenti già abbastanza ostacoli"

La legge italiana che regola il diritto delle donne a interrompere una gravidanza continua ad essere centrale nel dibattito politico attuale, da qualche giorno infatti in Parlamento, infatti, il governo ha posto la fiducia sul decreto Pnrr. Per comprendere cosa ha spinto organizzazioni femministe, associazioni ‘pro choice’, rappresentanti della rete nazionale dei consultori a scendere in piazza per protestare contro questa scelta del governo, è necessario definire in breve cos’è il ‘piano nazionale di ripresa e resilienza’. Si tratta di un programma con cui il governo intende gestire i fondi del ‘next generation Eu’, ovvero 191,5 miliardi di euro utili per risanare i problemi causati dalla pandemia. Il Pnrr italiano ha una struttura articolata che prevede una serie di riforme sui temi più disparati: comprende, tra le altre cose, una norma che prevede per le regioni la possibilità di includere nell’organizzazione dei consultori anche soggetti del terzo settore, senza costi aggiuntivi. Per l’occasione anche l’Associazione italiana per l’educazione demografica, nella persona della presidente Tiziana Antonucci, porta avanti la battaglia anti emendamento.

Antonucci, la legge 194 sull’aborto prevede già la possibilità alle associazioni di entrare nei consultori. Quindi cosa cambia nel concreto?

"La legge prevede associazioni per il sostegno alla ‘maternità’, ovvero dopo la nascita. Il principio è che la donna abortisca solo perché non ha un supporto economico, invece non è solo quello il motivo. Se c’era già nella legge a cosa serve un nuovo emendamento? E poi, gli ospedali sono obbligati a dare assistenza, sempre secondo la legge. Allora va fatto un emendamento anche per questo, perché ci sia l’ applicazione piena della legge. Le regioni devono controllare affinché gli ospedali lo facciano. Invece, Fermo non la applica dal 1978 nonostante abbiamo proposto 3 volte una convenzione. Non si sono mai rifiutati, ma non l’hanno mai reso possibile. Evidentemente c’è un blocco".

Qual è la situazione attuale?

"Le donne ad oggi perdono tempo prezioso in giri burocratici, invece per legge va tutelata la salute della donna, e sappiamo che dopo la nona settimana l’intervento diventa più rischioso. Serve tempestività sia per il benessere fisiologico che psicologico. Ma non c’è, per colpa di un’inadeguatezza dei servizi che non danno risposta immediata. Così si gioca sulla pelle delle donne. Abbiamo già abbastanza ostacoli tra medici obiettori, liste d’attesa e scarsa professionalità, con questo cambiamento si ricorrerà molto di più all’ aborto clandestino, le donne non sono stupide".

Cosa farete?

"Domani, all’evento alla Bottega del terzo settore dalle 20.30 ricorderemo i valori dell’ Aied: ovvero i diritti e le libertà di ognuno, senza regolazione delle nascite ma con la libera scelta, senza discriminazioni".

Ottavia Firmani