Silvia Manetti uccisa dal compagno. Gli amici di Ascoli: "Era speciale: una guerriera"

Femminicidio in Maremma, gli amici e i colleghi ascolani della vittima: "Era una guerriera e sapeva sorridere nonostante i guai"

Silvia Manetti, uccisa dal compagno

Silvia Manetti, uccisa dal compagno

Ascoli, 14 agosto 2021 - Incredulità e dolore dalle parole e dai silenzi di chi conosceva Silvia Manetti, la donna che dopo aver vissuto una vita intera ad Ascoli era tornata a casa sua, in Toscana, dove ha trovato la morte per mano del suo compagno, il 48enne di Volterra Nicola Stefanini.

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"Non posso ancora credere che sia proprio lei": è la frase che fa eco tra gli amici di un tempo, quelli che l’hanno vista crescere durante il periodo ascolano: un soggiorno durato 20 lunghi anni e poi finito con la morte di suo marito, Cesare Tempera, scomparso prematuramente a causa di un male incurabile. "Si erano conosciuti facendo parapendio alla scuola ‘Fly Castelluccio’, dove lui era istruttore", racconta una parente dell’ex marito, "la conoscevo bene, abbiamo lavorato insieme per 4 anni all’Iper Coop. Era una persona meravigliosa".

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Sono tante le colleghe di Silvia che hanno voluto dedicarle un pensiero, ricordandola come una donna forte, sempre pronta a prendere la vita col sorriso sulle labbra. Aveva conosciuto suo marito quando era molto giovane, e ancora troppo giovane è rimasta vedova, nel 2013, quando aveva solo 38 anni.  

Così ha deciso di ricominciare da zero, un’altra volta, per lasciarsi il passato alle spalle. E’ tornata ad Altpascio, in provincia di Lucca, insieme ai suoi due figli, che oggi hanno 10 e 14 anni, per riabbracciare gli affetti di un tempo nel paese in cui era nata. Qui Silvia ha incontrato di nuovo l’amore, quello che 3 anni dopo l’ha condotta a morte. L’anno scorso la coppia si era trasferita in Maremma, ed è lì che si è consumato il terribile omicidio tre giorni fa.

Ad Ascoli, ricordano straziati gli amici di una vita, tra cui Marianna Stefania: "Ho iniziato a frequentare Silvia dopo la morte di Cesare – racconta – avevamo una passione comune per i cani, ed eravamo molto amiche. Lei ha lottato sempre, era una donna eccezionale: non l’ho mai vista piangere, mai buttarsi giù, sempre pronta ad aiutare e a dare una parola di conforto. Era una persona speciale. Ha deciso di tornare in Toscana perché qui non trovava lavoro e per stare vicino alla madre che non stava molto bene. Da quando è andata via ci sentivamo spesso per telefono. Mi diceva che era felice, che aveva trovato l’amore della sua vita. Non riesco a credere a ciò che è successo". Disperati anche gli ex colleghi di lavoro, tra cui Daniela D ’Antonio e Tania Frascarelli: "Una morte ingiusta, crudele. Silvia era una guerriera, una persona unica e non meritava di finire così". Nel frattempo, ci si chiede che fine faranno i suoi figli, ancora minorenni.