Terremoto Marche oggi, nove case su dieci non sono a norma

Ricostruzione, Babini: "Vittime della burocrazia". Crocetti: "Ci vorranno 20 anni"

Convegno per il post sisma con l'ordine dei Geometri architetti ed ingegneri

Convegno per il post sisma con l'ordine dei Geometri architetti ed ingegneri

Ascoli, 27 settembre 2019 - Solo una casa su dieci non presenta difformità edilizie: un dato incredibile, che la dice lunga sul peso di questo problema sulla ricostruzione post sisma e che è stato messo sul tavolo della discussione dal dirigente del Servizio edilizia del Comune, Ugo Galanti, in occasione del primo incontro con gli ordini professionali che si è concentrato proprio su questo tema. Che diventa fondamentale nel panorama della ricostruzione, perché gli edifici che hanno delle difformità, e sono la stragrande maggioranza, non possono accedere ad alcun contributo e quindi la strada della relative pratiche di ricostruzione diventa subito in salita.

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Di difformità parziali e totali si è parlato all’auditorium Montevecchi, dove protagonisti sono stati i tecnici: il dirigente del Settore edilizia dell’Arengo, Ugo Galanti, e il responsabile Nazzareno Rosa, hanno aperto la discussione, che ha coinvolto i professionisti. Stefano Babini, presidente dell’Ordine degli ingegneri, ha spiegato: «Noi siamo vittime della burocrazia: facciamo solo carte, abbiamo perso di vista l’obiettivo. Non credo che senza uno snellimento troveremo la soluzione per risolvere il problema delle difformità edilizie, come altri. Non posso pensare che una difformità edilizia sia lo spostamento di una scala, o l’apertura di una finestra: bisognerebbe ragionare seriamente sul fatto che questi siano dei reati. Mi sarebbe piaciuto che a questo incontro fossero presenti anche le forze dell’ordine. L’emergenza è finita? No, finirà quando i paesi saranno ricostruiti».

LEGGI ANCHE Sisma, tre anni dopo: il punto della situazione Non è stato ‘tenero’ con quanto fatto finora a livello centrale nemmeno Leo Crocetti, presidente del Collegio dei geometri: «La burocrazia ci sta affogando: personalmente, dal giorno del terremoto ho fatto circa 120 riunioni. Per risolvere cosa? Zero. Andando di questo passo serviranno quindici, venti anni. Ora si parla di un cambio di commissario, quindi dobbiamo aspettarci chissà quante altre ordinanze: ma noi dobbiamo dare risposte.

Da parte mia ho fatto richiesta alla Regione di istituire il Comitato tecnico scientifico sisma solo per le Marche: l’ho riproposto a Ceriscioli e alla Casini perché abbiamo bisogno di rappresentanza». Per l’Ordine degli architetti è stato il presidente Dario Nanni a mettere sotto la lente i problemi principali: «C’è una diffidenza nei confronti dei tecnici e questo ha portato un atteggiamento di scarso ascolto, perché segnalazioni e suggerimenti che potevano snellire il percorso sono stati ignorati».