Il network del terrore è globale

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 18 gennaio 2019 - L’attentato all’Hotel di Nairobi che conta diversi morti ha qualcosa di poco comprensibile. I terroristi hanno attaccato un Paese che non direttamente impegnato nella lotta all’Islam estremista dell’Isis come invece accade per altri Stati occidentali. Non vorrei che si trattasse piuttosto di criminalità comune travestita da atto di terrorismo.  Gennaro Trevisani, Reggio E.

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

In Kenia hanno agito terroristi strutturati e dotati di una elevata capacità tecnica di azione. Non sono improvvisatori ma miliziani muniti di fucili d’assalto che hanno agito secondo un piano preciso. Una strage che arriva a cinque anni dall’atttacco al centro commerciale Westgate (75 morti e 140 feriti). La rivendicazione del gruppo Al Shaabab (vicino ad Al Qaeda) appare quindi attendibile. Le motivazioni dell’aggressione possono essere individuate nel fatto che il Kenia è impegnato da anni nella stabilizzazione della Somalia, terra di milizie, e nel supporto alla lotta contro gli jihadisti. Inoltre il Kenia è molto frequentato da turisti, uomini d’affari europei e americani e cooperanti e quindi si tratta anche di un segnale di sangue in funzione anti occidentale. Il network del terrore ormai è diffuso, la guerra è globale. beppe.boni@ilcarlino.net

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