Quando l’avversario è demonizzato

Risponde il condirettore del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 31 maggio 2019 - Abbiamo respirato un’aria pesante durante tutta la campagna elettorale. E forse anche prima. Il clima si è troppo surriscaldato. Non vorrei che questo innalzamento della tensione portasse nuovamente ad anni bui come è successo per il terrorismo. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è stato preso di mira più volte con frasi offensive. Lorenzo Bucci, Rimini

Risponde il condirettore del Carlino, Beppe Boni

E’ stata la campagna elettorale più singolare degli ultimi decenni. Se le sono date di santa ragione i due alleati di governo e già questa è una anomalia mai vista. Matteo Salvini e Luigi di Maio, leader di Lega e M5S, hanno litigato su tutto: dalle grandi opere, al debito pubblico, alle tasse, al reddito di cittadinanza, alla sicurezza. Ma alla fine tengono in piedi il governo. A sinistra assistiamo ad una demonizzazione dell’avversario numero uno, cioè Matteo Salvini. Successe già con Silvio Berlusconi e dopo la sua uscita di scena, soprattutto per via giudiziaria, la sinistra sembrava disoccupata per mancanza di un obiettivo. Ora si ripete la storia: Salvini è nel mirino e viene accusato di tutto, di essere fascista e di voler diventare un nuovo duce. Tutto ciò accanto al fatto che ogni giorno certa sinistra insiste sul pericolo di ritorno al Regime. I partiti che si ispirano al fascismo alle elezioni hanno totalizzato al massimo uno zero virgola. I toni sono alti ma sia il pericolo del ritorno del Duce, sia il pericolo di un rigurgito terroristico sembrano remoti. L’unico terrorismo attivo e certificato per ora è quello islamico. 

beppe.boni@ilcarlino.net  

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