Cristina Magrini e suo papà, l'importanza di stare lì

Quindicimila giorni di stato vegetativo, e suo padre Romano sempre al suo fianco

Cristina Magrini con il padre

Cristina Magrini con il padre

Bologna, 13 aprile 2019 - Bologna ha dato l'ultimo saluto a Cristina Magrini la ragazza che è diventata donna avvolta nel mistero: in coma, in stato vegetatativo, in stato di minima coscienza, scegliete voi la parola che può raccontare in modo più appropriato questo mistero. Un mistero durato quasi 38 anni. C'è una grande questione che ruota attorno alla storia d'amore fra un padre e una figlia, perchè il padre, Romano, è stato sempre al fianco della sua Cristina, tutti i giorni, per quasi 15mila giorni dalla mattina alla sera, senza più l'aiuto e il conforto della moglie, morta tanti anni fa. 

Solleviamola questa grande questione, senza imbarazzi: ma che senso hanno avuto questi 37 anni e 5 mesi? Non c'era più nemmeno quella che laicamente proviamo a chiamare speranza, speranza di risvegliarsi di colpo, perchè Cristina non ha avuto particolari miglioramenti dal giorno dell'incidente (novembre 1981); era sveglia sì, gli occhi aperti, ma il suo cuore, la sua anima, il suo cervello c'erano? E se sì, dove erano? Poi suo papá, Romano: il suo non sarà stato per caso un immenso, ammirevole,  ma inutile sacrificio? Però: cos'è utile, nella vita?

Troppi interrogativi, mi fermo. Con le parole a un certo punto è necessario fermarsi. La realtà é talmente più straripante dei nostri pensieri, dei nostri scritti, delle nostre stesse parole ed emozioni, che forse bisogna solo osservarla. Anzi, meglio ancora: viverla. E papá Romano non solo la ha affrontato ma addirittura ci si è tuffato dentro a questa realtà che ovviamente non ha mai capito e ancora piú ovviamente neppure amato. L'avrà pure odiata questa realtà, almeno un attimo, ogni maledetto giorno, in questi 15mila maledetti giorni. 

Ma stava lì, con la mano di sua figlia in mano. 

Stare lì. La cosa più tremendamente semplice ma (per assurdo) difficile da fare. Senza porsi troppo domande. Senza cercare vie di fuga.

Stare lì. L'esempio di papà Romano forse può insegnarci a vivere. Accettare la Signora realtà, troppo più grande di ognuno di noi.  

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