Bologna, 17 settembre 2018 - Il Parlamento Ue ha votato una riforma del copyright che prevede la rimozione dei contenuti protetti caricati dagli utenti o il pagamento dei diritti. In pratica i contenuti caricati dagli utenti verranno filtrati preventivamente. E’ un peccato che, mentre la tecnologia consente di condividere informazioni e contenuti sul web, una legge di fatto ne limiti l’utilizzo. gabriele.salini@gmail.com
risponde Beppe Boni, condirettore de Il Resto del Carlino
Partiamo dal presente. Oggi i colossi del web sfruttano gratuitamente il lavoro intellettuale di altri. Non è giusto. E’ come se un ingegnere elabora un progetto per un cliente che lo paga e qualcun altro lo sfrutta traendone un guadagno. A favore della direttiva europea è schierato chi crede nella difesa del diritto d’autore on line, e cioè autori, artisti, editori, contro le grandi piattaforme Web (Facebook e Google soprattutto) che stanno registrando profitti miliardari (con la pubblicità) fornendo accesso ai contenuti creati da altri. Lega e Cinque stelle hanno votato contro e hanno fatto male. Non si tratta di censurare ma di retribuire chi con le proprie competenze professionali elabora contenuti che non possono essere sfruttati gratis da altri: non sono onlus che agiscono per beneficenza, ma colossi che così guadagnano miliardi. beppe.boni@ilcarlino.net
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