Il fascino discreto dei libri

La lettera

Bologna, 25 agosto 2018 - Posseggo un numero discreto di libri, pochi romanzi, qualche classico, ma soprattutto libri di storia, di civiltà, geografia e politica. Amo i libri, li leggo, li ammiro. Non posso vederli rovinati, con le orecchie e sottolineati a penna. Rifuggo dal prestarli, per paura di perderli o riaverli danneggiati. Auguro che nel futuro ci siano più libri, più lettori, soprattutto giovani.

Duilio Marchetti, Senigallia (An)

risponde il condirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

Il suo elogio del libro andrebbe proposto nelle scuole. I libri sono un valore, un patrimonio non solo culturale ma anche umano che la società deve salvaguardare e incentivare nella fruizione più ampia possibile. E’ entusiasmante possedere i libri in casa, contemplarli anche con un sottile piacere tattile, vederli disposti nella libreria in un falso disordine, vederli contornare disinvoltamente una camera da letto, salutarli mentre ti accolgono discreti e sistemati all’arrivo di una rampa di scale oppure sparsi in una grande sala come se facessero da contrappeso all’intrattenimento della televisione. Lei non presta i libri, io non li chiedo quasi mai in prestito. Quando mi dicono ‘ti interessa questo libro? prendilo poi me lo restituirai’, apprezzo ma di solito declino l’invito e corro in libreria ad acquistarlo.

beppe.boni@ilcarlino.net

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