Genova, lo sport è sceso in campo col dolore nel cuore

Beppe Boni

Beppe Boni

Bologna, 20 agosto 2018 - Si continua ad associare la tragedia del Ponte al mondo del pallone e non capisco perché è stata fatta la richiesta di sospensione del campionato. Ma perché solo il calcio e non anche le altre attività? Si è corso il Palio di Siena e nessuno ha fiatato, altri sport hanno giocato e non ho sentito parlare di sospensione. Allora perché solo il calcio? Forse fa più comodo per apparire. Giulio Tama, Rimini

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Il campionato di calcio ha seguito il proprio corso, i giocatori sono scesi in campo con il lutto al braccio e hanno osservato un minuto di silenzio per ricordare le vittime di Genova. Sono state giustamente sospese solo le partite di Sampdoria e Genova, le due società della città colpita dalla tragedia. Il calcio nell’immaginario collettivo racchiude i sentimenti e l’emotività dell’Italia, divide e unisce. E forse proprio perchè l’Italia ama questo sport più d’uno, in buonafede, ha pensato alla sospensione, affinchè attraverso il calcio si testimoniasse il dolore collettivo. Ma con questa logica, comprensibile dal punto di vista umano, avremmo dovuto per coerenza fermare gli spettacoli e gli eventi, chiudere i cinema, cancellare tutte le altre competizioni. L’Italia deve interrogarsi e riflettere, finito il momento del dolore, affinchè errori del genere non si ripetano mai più.  beppe.boni@ilcarlino.net

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