Bologna, 14 aprile 2019 - Ho riflettuto sull’automazione che eliminerà posti di lavoro. Mi chiedo: ‘Una macchina potrà arrivare a costruirne un’altra per l’imballaggio, per l’elettromedicale, per la lavorazione dei cibi? E se un giorno sarà possibile, servirà sempre l’esperienza di chi ha costruito quelle macchine. Quest’esperienza la trasferiamo o la disperdiamo? Abbiamo atenei che formano i progettisti e le scuole dove l’esperienza viene trasferita ai giovani? Marco Onofri
Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni
Il mondo cambia e le aziende anche. Ma una cosa è certa: le macchine non sostituiranno mai il lavoro dell’uomo, o almeno non lo sostituiranno in tutti i settori. Inolte se esistono i robot che in alcune aziende prendono il posto dei dipendenti ci sarà sempre qualcuno che progetta e costruisce le macchine. L’automazione, dunque, è inevitabile perchè tutto il globo va in questa direzione. L’esperienza dell’uomo nel settore industriale e soprattutto della meccanica rimane tuttavia un elemento di cui non si può fare a meno. Lo prova il fatto che Confindustria sta stringendo legami forti con università e istituti tecnici per formare giovani da impiegare appena terminati gli studi. A Modena la Camera di commercio ha inaugurato un corso tecnico - professionale biennale post diploma e nella stessa città i laureati in ingegneria trovano subito una occupazione nel 90% dei casi. Ci sono ambiti del settore manifatturiero dove, nonostante le macchine, la competenza umana rimane un valore. Il robot sarà sempre un passo indietro rispetto all’uomo.
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