Sicurezza dei cibi, l’Italia è una garanzia. Al top in Europa

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 25 novembre 2018 - Ricordiamo il 2001? La ‘mucca pazza’... dopo qualche anno scattò l’allarme aviaria per il pollame. Poi le mozzarelle blu, i cetrioli tedeschi contaminati, le uova con fibronil. I casi di contaminazione alimentare sono diffusi. Che si fa? Spesa al supermercato, dal contadino, sulle bancarelle? Ci vogliono più controlli, più igiene e attenziione nella scelta della spesa. Giovanna e Marco Padricelli, Ferrara

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Periodicamente esplodono episodi come mucca pazza, aviaria e altre calamità alimentari. C’è del vero, ma nella turbolenza degli allarmi qualcuno esagera sempre. Però è da mettere in conto che nell’economia globale ogni tanto si possano diffondere anomalie alimentari. L’Italia tuttavia rimane uno dei Paesi che offre maggiori garanzie. Con oltre 1.400 segnalazioni, nel 2017, secondo la Ue, siamo lo Stato europeo più attivo nel sistema di allerta rapido per alimenti. E questo certifica il livello di guardia alto che le autorità italiane tengono sulla sicurezza dei cibi. La maggior parte delle stesse imprese agroalimentari certifica che i nostri prodotti sono legati al territorio di provenienza con totale tracciabilità. Dalla carne alla frutta sono un vanto del Made in Italy. Se il consumatore si informa e diffida delle imitazioni a prezzi troppo bassi non corre pericoli. beppe.boni@ilcarlino.it 

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