Treni, Tav e regionali a braccetto

La lettera. Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Bologna, 1 agosto 2019 - Lo stantio ritornello con cui il M5S motiva il suo no alla Tav è che le risorse andrebbero piuttosto investite ove le ferrovie soffrono. Ma fanno finta di non sapere, però, che l’Europa ci finanzia quasi il 60% solo della Torino-Lione. Quanto ai pendolari non mi pare che, da quando ci sono loro al governo, ne abbiano tratto grandi benefici. Sul ‘mandato zero’ non scrivo: sarebbe come sparare sulla Croce Rossa... Paolo Penazzi, Bologna​

 

Risponde il condirettore de 'il Resto del Carlino', Beppe Boni

Il premier Giuseppe Conte ha chiarito che bloccare la Tav, con l’Unione europea che intanto la finanzia al 60%, costerebbe più che portarla a termine. Forse per non irritare troppo i Cinquestelle, si è dimenticato di dire che non è solo un problema di investimenti. L’Alta velocità è un’opera di valenza europea necessaria: è il motivo principale per cui va portata termine. E’ anche un impegno preso con la Francia, oltre con la maggioranza degli italiani, e va onorato. L’Italia è ora che faccia vedere piuttosto i muscoli agli antagonisti che continuano ad assaltare il cantiere di Chiomonte con bombe carta e spranghe causando ritardi e danni oggettivi alle strutture. Le proteste e i diversi punti di vista sono legittimi, ma il Paese non può rimanere ostaggio di un gruppo di imbecilli violenti. In altre parti d’Europa questi balordi sarebbero probabilmente al sicuro in carcere in attesa dei treni. I pendolari sono un’altra storia. Pur con grande lentezza e ritardo i gestori delle ferrovie regionali stanno ammodernando mezzi e logistica ovunque. I lavori della Tav non escludono che si rendano efficienti i trasporti locali. Sono necessari entrambi. beppe.boni@ilcarlino.net

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