Festa della Storia 2018 a Bologna, il programma

La Festa, ideata dal medievista Dondarini, parte sabato con il Passamano per San Luca

Anche quest’anno la manifestazione clou della Festa della Storia è il Passamano di San Luca. Sotto, Pupi Avati, premiato con il ‘Portico d’oro’

Anche quest’anno la manifestazione clou della Festa della Storia è il Passamano di San Luca. Sotto, Pupi Avati, premiato con il ‘Portico d’oro’

Bologna, 18 ottobre 2018 - Se non trasmettesse più la sua gaia bulimia. Se intiepidisse una curiosità di conoscenza pari a 1000 volte Ulisse. Se non nascesse più dal basso, fra la gente con la partecipazione di 23.750 persone attive nei quattordici anni precedenti. Se insomma nelle sue date - 20-28 ottobre, quindicesima edizione - la Festa internazionale della storia, ideata dal medievista Rolando Dondarini, perdesse la sua generosa utopia di diffondere il sapere storico come una ricchezza che appartiene a ognuno di noi, se non mettesse più insieme San Luca e le vie d’acqua, le migrazioni e un documentario sul sindaco Dozza... allora, se accadesse così, ci sentiremmo un po’ sperduti, spiazzati, come se dietro l’ultima curva non ci fosse il paese segnato sulla carta.

Non c’è naturalmente da temere. Perché il tutto pieno, l’impulso a non lasciare che nessun fatto, nessun personaggio si perda, è lo stemma della manifestazione initolata quest’anno ai ‘volti della storia’, che finora registra 600mila presenze di pubblico, 3mila eventi, oltre al coinvolgimento di migliaia di universitari e liceali. Diceva Dondarini, ieri alla vasta conferenza di presentazione: «Per il prossimo anno stiamo pensando a dare alla festa un’impostazione quasi solo didattica. Non va bene che i ragazzi si trovino di fronte a un insegnamento di tipo unidirezionale. Per di più, vi è anche all’orizzonte la cancellazione nel 2019 della storia dai temi della maturità. Intanto, si rischia che la visione non positiva di questa materia installi tra i giovani, ed è ciò contro cui combattiamo».

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Per una volta affermare che il numero degli appuntamenti e degli ospiti non può essere cifrato non è pigrizia del cronista. In testa a tutto c’è il proverbiale Passamano per San Luca, che partirà alle 9,30 di sabato dall’arco del Meloncello. E’ il simbolo della Festa, la sua anima, la sua origine. Inaugurazione anche in musica, alle 21 nello Stabat Mater dell’Archiginnasio, con l’ensemble mandolinistico napoletano Galanterie a plettri. Il primo ospite di rilievo apparirà già martedì 23, con la conferenza (Cappella Farnese di Palazzo d’Accursio, ore 17) dello storico Mario Isnenghi: ‘Dalla Caporetto italiana alla Caporetto asburgica’. E l’elenco dei bei nomi prosegue con Alessandro Barbero, Franco Cardini, Giovanni Minoli, Roberto Balzani, Francesco Guccini (Stabat Mater, 22 ottobre, ore 17: il cantautore si confessa ai giovani fra storia e memoria), Mario Finzi, Lucio Pardo e il giornalista Marco Guidi, già inviato di guerra del ‘Carlino’, che alle 16 di domenica 28 (Stabat Mater) discuterà del suo libro ‘Ataturk addio. Come Erdogan ha cambiato la Turchia’ con Antonio Ferrari, a sua volta storico inviato del ‘Corriere’.

Ma il clou è tutto per il regista Pupi Avati, che il 3 novembre, data del suo 80° compleanno, sarà insignito allo Stabat Mater del massimo riconoscimento della Festa, il premio internazionale Portico d’Oro-Jacques Le Goff. La manifestazione si dirama per tutta Bologna e si spinge anche fuori. Sterminata la lista dei collaboratori e 13 gli enti sostenitori. Dall’Alma Mater, che organizza attraverso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione, al Miur, da Emilbanca alla Regione e al Comune, ora convenzionato con la kermesse. Sempre bulimica, per fortuna.

Nonostante la manifestazione apra ufficialmente sabato, eventi collegati alla Festa della Storia sono già in cartellone in questi giorni. In particolare, dalle 16, 30 alle 18,30 al Dipartimento Storia Culture Civiltà di piazza San Giovanni in Monte si terrà la tavola rotonda ‘Per un senso del tempo e dei luoghi. Public History, didattica della storia, educazione al patrimonio’.

Alle 18 al Museo della Beata Vergine di San Luca a Piazza di Porta Saragozza 2/a verrà illustrato da Fernando Lanzi ‘Il timpano dell’abbaziale di Conques: pria iconografia del Purgatorio?’ Domani invece al Museo Europeo degli Studenti di via Zamboni 33 inaugurazione alle 17 della mostra ‘Je ne veux pas mourur idiot! Il Sessantotto dall’Università al mondo’ che resterà aperta fino al 19 maggio per documentare come la generazione del ’68 entrò nello spazio sociale. Da mercoledì a venerdì dalle 10 alle 13, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 18.

www.festadellastoria.unibo.it

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