CLAUDIO CUMANI
Bologna

Bologna, il cartellone di Teatri di Vita

Si parte il 24 gennaio, ecco i 13 spettacoli

Le Sorelle Marinetti

Le Sorelle Marinetti

Bologna, 14 gennaio 2018 - Sugli anniversari non c’era che l’imbarazzo della scelta: i 100 anni dalla fine della Grande Guerra, i 50 da quel ‘68 che avrebbe voluto cambiare il mondo, i 40 dal sequestro Moro. Ma Teatri di Vita, per questa prima parte di stagione 2018, ha voluto puntare l’attenzione su un tema di stringente attualità, ovvero "sull’avanzare del neofascismo nel nostro Paese". Dunque, un teatro che ricorda, un teatro che denuncia.

Raccolti sotto l’ironico titolo Di tutta l’erba 1 fascio, i 13 spettacoli in cartellone sono stati presentati ieri sera al pubblico durante la festa di compleanno per i 25 anni del palcoscenico. Fu infatti il 13 gennaio 1993 che Teatri di Vita alzò per la prima volta il sipario e da allora molte cose sono cambiate. Non però la volontà dei suoi fondatori, Andrea Adriatico e Stefano Casi, di creare "un teatro che vede dove gli altri non guardano". Ieri sera, fra una tombola e un brindisi, sono stati anche premiati il miglior spettacolo del 2017 (La vita ferma di Lucia Calamaro) e lo spettatore più assiduo dell’anno (Luca Cornazzani). Il tema del compleanno ricorre nell’immagine-guida della nuova stagione dove una torta con candeline abbraccia una moltitudine di visi sorridenti, saluti romani e stivali rossi, a ribadire che il teatro è solo metafora e sberleffo.

Nomi affermati (Chiara Guidi, Danio Manfredini, Bebo Storti) vengono accostati a giovani e ad artisti emergenti sensibili alle testimonianze storiche e alle questioni sociali contemporanee. Si parte il 24 gennaio con la parola del Sommo Poeta, quasi ad esorcizzare la barbarie del nostro tempo: Chiara Guidi della Societas Raffaello Sanzio recita alcuni canti dell’Inferno dantesco, accompagnata dal violoncello di Francesco Guerri. E’ una produzione di Teatri di Vita, invece, il secondo spettacolo, nato da un’idea di Adriatico e creato da Gianluca Enria e Leonardo Lago: il titolo è M il nostro di Predappio (2-4 febbraio). Una nuova compagnia di cui molto si parla, il Collettivo Shlab di Dante Antonelli, porta dal 16 al 18 febbraio il singolare spettacolo SSKK che attinge a piene mani dal patrimonio letterario di Werner Schwab, uno degli autori austriaci più trasgressivi.

Ci sono anche tre concerti in programma: il primo di Alexian-Santino Spinelli (21 febbraio) testimonia con la sua musica lo sterminio degli zingari nei lager nazisti, il secondo delle Sorelle Marinetti (7 marzo) rievoca con levità la canzone italiana negli anni del regime, mentre il terzo del coro gay bolognese Komos (11 aprile) ricorda canti di lotta e brani d’amore. Ancora musica, o meglio musical, per raccontare la tragedia di Aldo Moro: si intitola Piombo, una canzone vi seppellirà lo spettacolo (dal 2 al 4 marzo) del gruppo Odemà.

E si torna alla prosa con Speer (14 marzo) con Ettore Nicoletti impegnato a raccontare la storia dell’architetto di Hitler. Sono tre gli spettacoli ospiti di ‘Interscenario’ (Fa’afafine di Giuliano Scarpinato, Faustbuch di Enrico Casale e Intimità del gruppo Amor Vacui) e sono due gli allestimenti finali forse più attesi. Danio Manfredini, il 6 e 7 aprile, riprende con Al presente uno spettacolo di 20 anni fa per raccontare un’umanità al margine, mentre Bebo Storti (13-15 aprile) con Mai morti di Renato Sarti offre un gran classico del teatro politico. Che fare? Forse la risposta giustamente ironica arriva dalla mostra di Rachele Palladino che Teatri di Vita ospita nei propri spazi di via del Pratello 90 dall’1 al 4 febbraio per Art City: basta un ventilatore, dice l’artista, per creare immagini salvifiche e scacciare l’odio e la paura. Bello, ma fosse davvero così...

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