Bologna, 30 dicembre 2017 - Il pesce è un classico del cenone. Ma anche la frutta fresca, che aiuta a pulire la bocca e quella secca, che è conviviale e porta molto bene, oltre a dare consistenza speciale e a essere salutare. Se di fortuna e freschezza si parla, ecco allora che il menu scelto da Michele Ricca - il gourmet che ha compilato il nostro cenone e che ci ha portato a fare la spesa con lui nel Quadrilatero, tra la pescheria l’Adriatica, il grottino De Maria e il piccolo negozio di prodotti asiatici Kosbon, seguendo una tradizione inaugurata dal Carlino tre anni fa - è davvero un inno alla buona sorte, poiché tra le portate fanno capolino anche il riso e la melagrana, che secondo la mitologia greca e romana, era un frutto sacro a Giunone e a Venere, e quindi simbolo di fertilità e ricchezza per i suoi gustosi grani rossi.
Diamo un occhiata alle ricette: coppette di pompelmo e cozze come antipasto, riso ananas e gamberetti è il primo, filetti di merluzzo all’arancia per un secondo festoso e per finire il dolce dal nome buffo che Michele prepara spesso per gli amici o anche solo per sé, la ‘cac...ata’, a base di cachi maturi e nocciole. C’è anche un intermezzo se non bastasse la freschezza... ovvero l’insalata con radicchio di Chioggia, valeriana, mele e la mitica melagrana. La frutta è davvero un pallino del nostro gourmet originario di Casalecchio, che da ormai dieci anni ha fatto di tutto ciò che la terra offre stagionalmente di dolce, il suo pranzo.
E se esprimere una passione mangiandosela non fosse sufficiente, Ricca - che nella vita è un impiegato ma che da ragazzino avrebbe voluto fare l’Alberghiero a Rimini - ha dedicato a mele, arance e co. il blog ‘Alla frutta’, dove settimanalmente fotografa le sue composizioni di frutta adagiate su un’alzatina poggiata su un tavolo di cristallo. “‘Alla frutta’ – racconta – è anche il titolo che do al mio cenone, per significare la chiusura di un anno che vede molti di noi scalpitare per andare verso il 2018 e altri davvero stanchi e solo vogliosi di fare baldoria”.
Tutte le ricette sono state testate più e più volte. Sono, in pratica, i suoi cavalli di battaglia, perché lui è uno di quegli uomini che cucinano tanto e per tutti. “Magari non faccio tante cene a casa – spiega – perché il fatto che abito al quarto piano senza ascensore in Santa Viola spaventa un po’ gli amici, però se sono invitato arrivo sempre con una mia specialità”. E aggiunge, ricordando di aver appreso tutto quel che sa dall’osservazione della mamma in cucina: “Mi piace cucinare... che è l’opposto di far da mangiare, perché necessita di un progetto e della presenza di altri, io sono un amante del convivio e della socialità”.
Del pensiero dietro a questo menu festoso ma non sfarzoso, racconta che voleva proporre qualcosa che si potesse preparare anche un po’ prima della serata, così da stare in compagnia degli ospiti, «perché è la parte più bella, ma spesso chi cucina scompare e si perde le chiacchiere». Ha voluto la frutta perché spesso ci si dimentica di mangiarla. «Ho optato per prodotti di stagione come melagrana, caco, arancia e pompelmo e anche l’ananas, nonostante arrivi da lontano, è ormai un nostro frutto, che al supermercato costa meno delle mele». Alla voce frutta secca trovate invece noci, mandorle, pinoli, nocciole e pistacchi: tra un cric e un croc, il Cenone è servito.
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