Aeroporto di Bologna, la tassa sul rumore diventa realtà

Entra in vigore dal primo gennaio dell'anno prossimo e servirà per finanziare doppi vetri o barriere foniche per scuole o asili

Un decollo dal Marconi di Bologna (foto Dire)

Un decollo dal Marconi di Bologna (foto Dire)

Bologna, 25 giugno 2019 - Via libera alla tassa antirumore per gli aeroporti. La Regione introduce l'Iresa, l'imposta che penalizza atterraggi e decolli degli aerei che scelgono rotte su aree molto abitate. E che riguarda solo il Marconi di Bologna, l'unico aeroporto in Regione che supera i 10mila voli come previsto per l'applicazione dell'imposta regionale.

Con il via libera dell’Assemblea legislativa all’Iresa, la Regione disincentiva atterraggi e decolli su Bologna per gli aerei che scelgono rotte di avvicinamento o decollo sulla città. Entrerà in vigore dall'1 gennaio del prossimo anno e i proventi, stimati fino a due milioni di euro l’anno, saranno destinati dalla Regione a realizzare interventi che possano contribuire a diminuire il disagio di chi vive nei pressi dell’aeroporto. Come, per esempio, il montaggio di doppi vetri o per riparare dal rumore edifici scolastici.

"Abbiamo accolto le istanze di numerosi cittadini che da tempo subiscono il disagio di un rumore eccessivo causato dal traffico aereo nelle loro abitazioni - spiega l’assessore regionale ai Trasporti, Raffaele Donini - e nelle comunità di riferimento, come scuole e asili. E’ un provvedimento di giustizia, a tutela della salute dei cittadini che molte città europee hanno già e che anche l’Emilia-Romagna ha deciso di adottare. Con questa imposta vogliamo disincentivare decolli e atterraggi sopra la città, in particolare sul quartiere Navile e incentivare le rotte su zone meno popolose, come ad esempio l’area artigianale di Bargellino".

Cosa prevede l’Iresa

Le modifiche alla vecchia legge prevedono un adeguamento all’attuale sviluppo tecnologico degli aeromobili che garantiscono un minore impatto sull’ambiente, prevedendo l’esenzione dal pagamento dell’imposta per quelli che utilizzano propulsione elettrica. La tassa verrà applicata in riferimento al peso massimo dell’aeromobile e al livello di emissioni accertato e non supererà la misura massima di 0,50 euro per ogni tonnellata o frazione di tonnellata al decollo.

È anche previsto che l’imposta possa essere rimodulata tenendo conto della distinzione tra voli diurni e notturni. La rimodulazione è stata prevista anche differenziando l’imposta in considerazione delle particolari caratteristiche urbanistiche delle zone prospicenti i singoli aeroporti, prevedendone una riduzione per gli aeromobili che atterrano e decollano, di notte o di giorno, verso aree residenziali ricadenti nelle zone di rispetto dell’intorno aeroportuale “A”, “B” e “C”, caratterizzate da una densità abitativa non superiore a 150 abitanti per ettaro. In questi casi scatta la riduzione del 90% della tassa se gli aerei decollano verso l’esterno anziché in direzione della città e del 30% per quelli che atterrano nella medesima direzione.

Le riduzioni troveranno applicazione a seguito di un apposito atto di Giunta che individuerà le zone di sorvolo degli intorni aeroportuali con densità abitativa non superiore a 150 abitanti per ettaro.

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