Alice Gruppioni uccisa in viaggio di nozze, il marito: “Il passato non cambia”

Christian Casadei dopo il maxi risarcimento da 12 milioni di dollari: "Le cose non ritorneranno al loro posto”

Christian Casadei e la moglie Alice Gruppioni durante il viaggio di nozze (Ansa)

Christian Casadei e la moglie Alice Gruppioni durante il viaggio di nozze (Ansa)

Bologna, 7 giugno 2018 - «La mia vita è già cambiata da un pezzo e questo risarcimento non rimetterà le cose al loro posto. Spero però che sia un segnale forte per quella comunità. Spero che si ricordino di Alice e di quello è che successo. Ora so che prenderanno provvedimenti per non farlo accadere mai più». Christian Casadei, cesenate, marito di Alice Gruppioni, riceve all’estero la notizia del risarcimento che la municipalità di Los Angeles ha riconosciuto per la tragedia che nel 2013 tolse la vita a sua moglie durante il loro viaggio di nozze.

Casadei, è soddisfatto di questo esito?

«È la conclusione di un processo che si è protratto a lungo e che doveva concludersi. Ma se devo dirle che aspettavo questo momento le mentirei, perché questo risarcimento non cambia le cose. Io sono ancora fermo lì. L’unica cosa che veramente vorrei è che tutto questo non fosse mai successo a noi».

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Da oggi sa però che quanto successo non potrà più accadere.

«Tra le nostre condizioni, la prima imprescindibile era la messa in sicurezza di quell’area. Di questo sono felice, perché se questo è l’esito vuol dire che la municipalità ha finalmente accettato di proteggere nel modo migliore quella parte di città che è frequentata ogni giorno da così tante persone».

Lei è mai più tornato a Venice Beach?

«Sono stato una sola altra volta a Los Angeles, per il processo. Il ricordo di quel giorno me ne tiene lontano. Ciò che non vorrei però è che sia la comunità di Los Angeles a dimenticare quello che è successo, che tra due anni la memoria di questa nostra vicenda si sia totalmente sbiadita, come se non fosse mai accaduta. La messa in sicurezza di quell’area mi auguro servirà anche a questo. È un segnale forte, ed è un segno tangibile di quella nostra tragedia».

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Ha sentito in questi anni un’attenzione da parte dei cittadini di Los Angeles?

«A ridosso della tragedia molti semplici cittadini mi hanno scritto per farmi le condoglianze o anche semplicemente per manifestarmi la loro vicinanza. Io sono fermo a quello. Altro non ho cercato».

Dove vive adesso?

«Sono tornato a Cesena dai miei genitori, anche se a Bologna torno spesso, dal resto della mia famiglia, a Pianoro. Quella della mia Alice».

 

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