All’Ic 19 i figli dei lavoratori essenziali in aula

La preside Facilla: "Ho scaricato l’elenco delle categorie, sono già arrivate una quindicina di domande"

Giovanna Facilla, dirigente dell’istituto comprensivo 19 di via D’Azeglio

Giovanna Facilla, dirigente dell’istituto comprensivo 19 di via D’Azeglio

di Federica Gieri Samoggia

Nel mezzo del caos dei lavori essenziali e mentre Regione e Ufficio scolastico regionale si sfidano all’arma bianca su chi li deve definire, l’istituto comprensivo 19 di via d’Azeglio rompe gli indugi. Con una fuga in avanti rispetto ai colleghi, in attesa di indicazioni, ha già aperto le porte ai figli di questi lavoratori. "Ho scaricato dalla rete l’elenco dei lavori essenziali", spiega la preside Giovanna Facilla. Elenco che annovera sanitari impegnati nella lotta al Covid (unica categoria chiara a tutti) oltre a "magistrati, medici e forze dell’ordine". Una "quindicina le domande" pervenute in via D’Azeglio da questi lavoratori con figli alle elementari Cremonini Ongaro, Longhena e alla media Lavinia Fontana. "Non sono molte perché il criterio stringente è che entrambi i genitori svolgano queste mansioni". Nel caso in cui le domande aumentassero "procederemo con una rotazione". L’organizzazione messa in piedi è chiara: "Abbiamo raccolto le iscrizioni e formato piccoli gruppi, massimo di tre o quattro bambini. Non oltre perché altrimenti si rischia di innalzare il livello pandemico", precisa Facilla. Piccolo particolare: nel gruppetto rientrano (come da Dpcm e ordinanze) i bambini disabili o fragili. Una fuga in solitaria che non va giù a molti colleghi: "Era meglio aspettare. Nel caso, accogliere soli i figli dei sanitari impegnati nella pandemia. Auspichiamo che qualche informazioni ci venga fornita entro lunedì. È un problema sociale cui va data soluzione". Ma chi deve decidere? Il ministero dell’Istruzione scarica sulla Regione che, a sua volta, scarica sull’Ufficio scolastico regionale, peraltro, alle prese con l’imminente partenza del direttore generale Stefano Versari per Roma. Zero indicazioni anche dal Comune che gestisce 48 nidi e 68 materne. Solo ieri ha inviato a educatrici, maestre e dade le ‘Prime indicazioni’.

Lunedì e martedì, educatori dei nidi e maestre della materna lavorano "a distanza". Confermati "gli incontri lavoro e le attività di formazione programmate oltre ad attività di autoaggiornamento". Da martedì per nidi e materne "è previsto il funzionamento del servizio dalle 7,30 con uscita entro le 13,30 per i bambini ammessi alla frequenza". Domanda: quali sono i bambini che rientreranno oltre ai disabili? Il Comune traccheggia: "i figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori essenziali su cui sono in corso valutazioni anche con altre istituzioni competenti (Regione e Ufficio Scolastico Regionale)". "Ci aspettavamo un simile protocollo general generico per questo è inspiegabile il ritardo con cui il Comune lo abbia inviato ai lavoratori – accusa Kevin Ponzuoli della Cisl Fp –.Il Comune si muove sempre e solo sull’onda dell’emergenza nonostante la situazione fosse prevedibile". A tarda sera, il Comune ha inviato alle famiglie una mail spiegando che chi rientra nelle categorie "deve compilare online un modulo attivo fino alle 15 di oggi. "Le richieste saranno valutate" in base al "numero massimo di bambini accoglibili" che nessuno sa quale sia. "In caso di esubero", si individueranno i bambini da ammettere in base alla situazione famigliare.

 

 

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