Pacchi esplosivi, tre anarchici arrestati. Il legame con l'attentato a Bologna

Dalle indagini milanesi spunta un movente per la bomba alla caserma dei carabinieri. Fu una vendetta per l'inchiesta contro un insurrezionalista

La Stazione Corticella dei carabinieri devastata dopo l’esplosione del 27 novembre 2016

La Stazione Corticella dei carabinieri devastata dopo l’esplosione del 27 novembre 2016

Bologna, 21 maggio 2019 - C’è anche un inquietante risvolto bolognese negli arresti che i carabinieri del Ros di Milano hanno eseguito stamattina nei confronti di tre anarco-insurrezionalisti, accusati di attentati esplosivi inseriti nella campagna di lotta contro la repressione del giugno 2017.

Le indagini sono coordinate dalla Procura milanese e avrebbero accertato come gli autori si fossero riuniti a Genova per la spedizione di tre pacchi esplosivi recapitati al Palazzo di Giustizia di Torino e indirizzati a due pm della Procura subalpina. Sono in corso perquisizioni in Italia e all’estero. Oltre a quelli inviati ai due pm torinesi, titolari dell’inchiesta Scripta Manent, e fortunatamente non esplosi, i tre anarchici arrestati avrebbero inviato anche un plico esplosivo (non esploso), il 12 giugno 2017 a "Santi Consolo, all’epoca direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria di Roma".

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In manette sono finiti, con la accusa di attentato per finalità terroristiche o di eversione, Giuseppe Bruna, 49 anni, che abitava a Genova prima di trasferirsi a Ferrara, Robert Firozpoor, 23 anni di origine iraniana, infermiere nel Modenese ed attivo nel laboratorio libertario 'Ligera' di Modena, e Natascia Savio, 35, torinese. Ed ecco il filo rosso che arriva fino a Bologna: le indagini svolte, spiegano i carabinieri del Ros, hanno evidenziato anche "uno stretto collegamento" di uno dei tre arrestati, Firozpoor, "con l’anarchico di origine nigeriana Divine Umoru, arrestato nell’agosto 2016 a Bologna (foto) per possesso di materiale esplosivo e documentazione propedeutica al compimento di attentati". Un arresto che, secondo gli inquirenti "assumeva particolare rilievo in quanto potrebbe rappresentare uno dei moventi dell’attentato esplosivo alla Stazione dei carabinieri di Bologna Corticella (video) del 27 novembre 2016 (unitamente alla allora recente esecuzione dell’operazione ‘Scripta Manent’ del 06 settembre 2016)".

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L’ideologo del gruppo sarebbe il torinese Alfredo Cospito, l’anarchico delle Fai-Fri condannato in primo grado a 20 anni per terrorismo al termine del processo Scripta Manent e già stato condannato in via definitiva con il compagno Nicola Gai per l’attentato all’ad di Ansaldo nucleare, Roberto Adinolfi, avvenuto a Genova. "I tanto denigrati pacchi bomba sono una pratica antica che fa parte della tradizione anarchica", spiegava all’epoca Cospito sui siti di area anarchica.

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