REDAZIONE BOLOGNA

Api e impollinazione, un binomio insostituibile "Senza di loro frutta e ortaggi non crescerebbero"

La ricerca dell’Onu: "Se scomparissero le produzioni alimentari potrebbero diminuire fino al 90%"

Molti di noi non fanno caso alle api che, pur essendo minuscole, fanno la differenza nel nostro enorme mondo. Loro sono importanti, producono il miele e aiutano le altre piante a riprodursi, essendo insetti impollinatori, come opzione secondaria al vento, che strappa i semi alle piante, oppure all’acqua, che li trasporta in altri luoghi in cui potranno crescere. Le api si nutrono del nettare dei fiori, dopo aver finito il pasto, un po’ di polline rimane attaccato al loro corpo e, tornando all’alveare, lo distribuiscono facendo diventare i granelli di polline dei veri e propri semi. Api e impollinazione formano un binomio unico e insostituibile. In piena primavera, questi insetti percepiscono il profumo dei fiori fino a 1,2 km di distanza e si fiondano su di essi per banchettare insieme alle colleghe. Dopo un abbondante pasto, inizia finalmente l’impollinazione. Questo passaggio è importantissimo per il nostro pianeta, altrimenti la maggior parte dei nostri frutti e dei nostri ortaggi non potrebbe riprodursi. Con una ricerca dell’Onu abbiamo scoperto come la scomparsa delle api possa diminuire le produzioni alimentari fino al 90%. Le api fanno tutto questo e noi le vogliamo danneggiare? Purtroppo l’inquinamento influisce molto sulle api, sotto diversi aspetti: normalmente loro riescono a percepire il profumo dei fiori fino 1.200 metri di distanza, ma, a causa dell’inquinamento, scende fino a 200 o 300 metri, ed ecco la prima delle numerose barriere che l’uomo ha innalzato contro l’impollinazione naturale. Passando di fiore in fiore, le api entrano in contatto con un gran numero di agenti inquinanti, diventando un autentico rilevatore dell’inquinamento.