La ricerca, passione e sacrifici, Maria Giulia assunta dopo 13 anni: "È la mia vita. Bisogna crederci"

Bacalini, 41 anni, lavora su Alzheimer, Parkinson, sindrome di Down e depressione all’ospedale Bellaria

Maria Giulia Bacalini, ricercatrice, laureata in Biotecnologie Molecolari

Maria Giulia Bacalini, ricercatrice, laureata in Biotecnologie Molecolari

Bologna, 14 febbraio 2024 - Dopo tredici anni tra assegni di ricerca, contratti di collaborazione e a tempo determinato è arrivata l’assunzione. Maria Giulia Bacalini, 41 anni, sposata, due figli, una laurea in Biotecnologie Molecolari all’Unibo e il dottorato alla Sapienza, ha un bellissimo sorriso sul volto: dal primo marzo sarà stabilizzata all’Ircss Bellaria dove continuerà le importanti ricerche che sta seguendo.

Quanto tempo è passato dalla sua laurea alla notizia dell’assunzione?

"Mi sono laureata nel 2007, qui a Bologna, ho finito il dottorato alla Sapienza nel 2011 e da quell’anno fino al 2016 ho ricevuto assegni di ricerca. Dal 2016 ci sono stati contratti Co.co.co poi dal 2020 contratti a tempo determinato, infine il bando di stabilizzazione lo scorso dicembre".

Quali sono stati gli anni più difficili?

"I primi anni al Bellaria, nel 2016, perché non si sapeva veramente nulla del nostro futuro, tutto era estremamente incerto".

In questo lungo precariato quali sono state le cosa più complicate da affrontare? Le difficoltà economiche, la gestione della vita privata?

"Dal punto di vista economico, anche se con difficoltà, sono andata avanti. La cosa decisamente più faticosa per me, ma anche per altri colleghi, è stato quello di far capire a parenti e amici la propria scelta. Più volte mi è stato detto: ’Ma vuoi fare la studentessa a vita? Perché non vai a fare un altro lavoro?’. Ho sempre risposto: datemi tempo, arriverò".

Quanto si guadagna da precari, mediamente?

"Da Co.co.co sui 1.500 euro, a tempo determinato ci sono più fasce e dipende dal proprio curriculum e dalle pubblicazioni, circa 1.800/1.900 euro mensili".

Su cosa sta lavorando, dottoressa?

"Sulla relazione tra invecchiamento e malattie degenerative come Alzheimer e Parkinson, con un focus sulla sindrome di Down negli adulti che sono maggiormente a rischio di sviluppare forme di demenza. Stiamo cercando di identificare dei biomarcatori precoci. Poi ce n’è un altro studio per altri biomarcatori al fine di valutare la resistenza agli antidepressivi, in questo caso con l’uso dell’intelligenza artificiale. Questo è un progetto europeo che sto coordinando per il Bellaria".

Cosa direbbe a un giovanissimo che vuole fare ricerca?

"Quando mi contattano i ragazzi delle superiori per un consiglio a volte mi viene la tentazione di dire che è veramente molto faticoso, ma poi prevale l’entusiasmo perché se è vero che le difficoltà sono tante, le soddisfazioni sono molte di più. Noi ci abbiamo sempre creduto".

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