Hanno sfidato il deserto e il mare in cerca di un nuovo inizio. All’orizzonte c’è la speranza di una
vita normale, libera dal peso di essere nati nel posto sbagliato, al momento sbagliato.
Cosa succede in un luogo in cui, come dicono tutti, non accade nulla? Sono quasi tutti ragazzi di vent’anni, neri,
africani, richiedenti asilo, sopravvissuti ai viaggi detti della disperazione.
Basato su un paziente lavoro etnografico, il libro Vite ferme. Storie di migranti in attesa (Il Mulino) di Paolo Boccagni, docente all’Università di Trento, racconta la vita d’ogni giorno dei migranti con le
loro stesse parole, fatte di desideri e di frustrazioni, di sogni e di incubi, di presenza e di assenze. L’autore sarà oggi alle 18 in Salaborsa (piazza Nettuno 3) per il ciclo Le voci dei libri, in un dialogo con Monia Giovannetti, esperta di politiche migratorie.
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.
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