‘Bologna 30’ parte dai quartieri Laboratori fino a metà dicembre

L’amministrazione punta al confronto coi cittadini sulla svolta della mobilità: si comincia il 22 da Borgo-Reno. La delegata Capasso: "Faremo una mappatura di bisogni e priorità delle varie zone della città"

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Se la Lega annuncia una raccolta firme sulla Città 30, il Comune rilancia un metodo. Quello degli incontri coi cittadini nei laboratori di quartiere. Uno strumento finito un po’ in pausa a causa della pandemia, ma che l’amministrazione ha deciso di rafforzare. Per riprendere il filo di quella città della prossimità che considera vivibilità e benessere come stelle polari.

E quale buona occasione se non la rivoluzione della mobilità annunciata nei giorni scorsi che convertirà gli automobilisti bolognesi ad andare ai 30 all’ora già da giugno? Un confronto, con la partecipazione della Fondazione Innovazione Urbana, che partirà dal quartiere Borgo Panigale-Reno il 22 novembre alle 18.30 al centro polifunzionale Riccardo Bacchelli. Ma non sarà l’unico appuntamento. Il dibattito sulla Città 30 terrà banco in tutti i quartieri fino a metà dicembre. Il 24 novembre, stesso orario, la tappa del laboratorio è al Porto Saragozza, alla casa di quartiere Saffi, poi il 29 al San Donato-San Vitale alla casa di quartiere Croce del Biacco.

A dicembre, il 13, laboratorio al Navile (casa di quartiere Croce Coperta), il giorno dopo nella sede del quartiere Santo Stefano, mentre giovedì 15 dicembre il confronto sarà nella sede del quartiere Savena.

Un grand tour fra le zone della città dove ci sarà una presenza costante: Erika Capasso, consigliera delegata ai quartieri e al bilancio partecipativo.

"I laboratori saranno un momento per scambiarsi informazioni, dialogare e collaborare. Mapperemo i bisogni e le priorità delle zone della nostra città. Chiederemo alla cittadinanza che cosa manca, che cosa va implementato: la Città 30 sarà uno dei temi centrali, ma non l’unico", spiega Capasso.

Terminata la prima fase (che ufficialmente inizierà a Dumbo il 19 novembre con una giornata dedicata alla partecipazione), si passerà al secondo tempo dove – dopo la mappatura dei bisogni e la discussione dei temi caldi – si passerà alle proposte concrete, con la quarta edizione del Bilancio partecipativo.

In pratica, se facciamo riferimento alla Città 30, nei laboratori si acquisiscono segnalazioni, proposte, criticità e a gennaio 2023, alla quarta edizione del Bilancio partecipativo, i cittadini potranno ideare e votare progetti di trasformazione dello spazio pubblico e di comunità per il proprio quartiere.

"Una concretezza che si articolerà nella coprogettazione di proposte, avendo a disposizione circa 500mila euro per ogni quartiere", spiega Capasso. E se le Zone 30 saranno in cima alle discussioni di quartiere, è già quasi scontato che un capitolo corposo della discussione sarà sulle grandi infrastrutture che verranno, come Tram e Passante. Non una discussione sui progetti delle opere, ma sulle trasformazioni della città, gli effetti e gli impatti, senza tralasciare gli eventuali disagi legati ai cantieri.

Del resto, non serve un indovino per capire che le prossime novità sulla mobilità saranno al centro del dibattito politico e cittadino dei prossimi mesi. La promessa del sindaco Lepore, una volta annunciata la Città 30, è stata quella di "realizzare un progetto condiviso", tant’è che ha spiegato nei giorni scorsi, che incontreraà tutti, "sindacati, associazioni di categoria, l’azienda del trasporto pubblico, i taxi, le realtà della logistica". Sulla stessa linea l’assessora Orioli che, proprio ieri, ha aperto al dialogo: "La delibera presentata nei giorni scorsi è un atto che apre un percorso, c’è ampio spazio per discutere nel merito e il dove e il come", riferendosi alla Città 30.

Sul dove e il come le opposizioni, si sa, non resteranno a guardare. E Fratelli d’Italia ha già detto senza mezzi termini che di fronte a "viali a 30 all’ora faremo le barricate".

Rosalba Carbutti

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