Bologna com’era: nel portico le case degli sfollati

Costruito nel 1834 grazie alla generosità di Luigi Valeriani, il portico dalla Certosa all'Arco Guidi subì modifiche nel tempo, tra cui l'abbattimento dell'Arco Guidi nel 1934.

Bologna com’era: nel portico le case degli sfollati

Bologna com’era: nel portico le case degli sfollati

Per costruire l’ultimo tratto di portico dall’Arco Guidi alla Certosa (foto), il denaro necessario fu donato da Luigi Valeriani, docente di economia pubblica: questi e il collega Giovanni Aldini avevano già deciso un importante lascito per la creazione di una scuola tecnica per l’apprendimento di mestieri meccanici. Fu così possibile portare a termine, nel 1834, il portico della Certosa. Nei decenni successivi furono apportate modifiche: la più significativa avvenne nel 1934 dopo la costruzione dello stadio quando fu abbattuto l’Arco Guidi, assieme ad alcuni archi di portico, per rendere più larga la via A. Costa. All’altezza degli archi n. 66-67 (dove oggi sorge la Torre di Maratona dello Stadio), l’8 agosto 1849 gli austriaci fucilarono Ugo Bassi e Giovanni Livraghi. Nel 1944 gli occhi di portico furono tamponati per realizzare abitazioni di fortuna per gli sfollati.

Marco Poli

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