L'ex del Bologna Fc Bombardini a processo: "Innocente, lo vedrete"

L’ex giocatore del Bologna è accusato con due ultrà di tentata estorsione. La vittima: "Mi minacciò chiedendomi 100mila euro". Lui: "Tutte bugie"

Bombardini con la maglia del Bologna

Bombardini con la maglia del Bologna

Bologna, 14 ottobre 2022 - Lo ha sempre ripetuto il diretto interessato nel corso dell’inchiesta. Lo ha ribadito ieri il suo avvocato, Danilo Buongiorno: "Davide Bombardini è estraneo alle accuse di tentata estorsione e nel corso del giudizio saremo in grado di dimostrarlo chiarendo ogni aspetto". E il giudizio per l’ex bomber di Bologna, Atalanta e Roma, imputato con due ultrà dell’Inter (Andrea Beretta e Claudio Morra) è iniziato ieri mattina davanti all’ottava sezione penale del tribunale di Milano. Una prima udienza cosiddetta di smistamento con il deposito delle liste testimoniali di accusa e difese e le eccezioni preliminari, con i lavori rinviati al 12 gennaio. In aula ’Bomba’ non c’era, così nemmeno il suo grande accusatore, un imprenditore milanese di 59 anni al quale – sostiene la pubblica accusa – sarebbero stati chiesti 100mila euro. "Hai tempo fino a questa sera per pagare, altrimenti vedi che cosa succede....", avrebbe detto l’ex calciatore faentino, che oggi di professione fa l’imprenditore, in occasione di una telefonata minatoria che il pubblico ministero Leonardo Lesti gli contesta. Ma che il diretto interessato rimanda al mittente, come spiega l’avvocato Buongiorno: "Una frase mai detta, da parte nostra non ci sono responsabilità".

I guai per l’ex marito di Giorgia Palmas, che diede l’addio al calcio giocato nel 2011, iniziarono nel 2018 dopo la denuncia dell’imprenditore milanese dalla quale sfociò l’inchiesta nei suoi confronti e dei due ultrà. Stando all’imputazione, i tre, assieme ad una persona "rimasta ignota", avrebbero tentato di costringere "con minaccia" la presunta vittima "a consegnare dapprima a Bombardini", poi a Beretta e Morra, "la somma di 100mila euro". Questo, scrive il pm, malgrado la presunta vittima "non avesse alcun debito nei confronti del Bombardini", dato che aveva "corrisposto" a lui il "saldo relativo all’acquisto delle quote sociali della ‘Milano Procaccini srl’", impresa edile, di cui l’ex trequartista rossoblu deteneva alcune quote. Il gruppo, sempre stando agli addebiti, il 28 novembre 2018 si sarebbe presentato in un cantiere a Milano in cui lavorava il cinquantanovenne usando nei suoi confronti "toni e modi aggressivi e intimidatori" per richiedere quel "credito del tutto inesistente".

I due ultrà, in particolare, avrebbero aggiunto di essere "creditori" dell’ex calciatore e che quindi "da adesso in poi sarebbero stati i suoi creditori e i centomila euro avrebbe dovuto darli a loro". Il giorno dopo Bombardini, poi, avrebbe telefonato per ribadire "la richiesta illecita" dicendo che aveva "tempo fino alla sera per pagare", altrimenti "avrebbe visto cosa sarebbe successo". L’imprenditore, però, decise di non assecondare le minacce e si rivolse immediatamente alle forze dell’ordine per denunciare. Il 16 giugno scorso il rinvio a giudizio, dalla prossima udienza si inizierà a fare sul serio con i primi testimoni.

 

 

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