Calcioscommesse a Bologna, per la Cassazione non c’è conflitto di competenza

Per la Suprema Corte la sede del processo resta Bologna. Il prossimo dibattimento l’11 dicembre

Un'aula di tribunale

Un'aula di tribunale

Bologna, 16 ottobre 2018 - Secondo la Corte di Cassazione non sussiste conflitto di competenza territoriale nel processo sul Calcioscommesse, in corso a Bologna per 32 imputati, tra cui gli ex azzurri Beppe Signori, Cristiano Doni e Stefano Mauri. La Suprema Corte si è pronunciata nei giorni scorsi – non sono ancora note le motivazioni – dopo il ricorso del pm Roberto Ceroni che aveva sollevato, appunto, un conflitto negativo di competenza, indicando Cremona come sede per celebrare il processo.

L’inchiesta nacque proprio nella città lombarda con un’operazione che nel 2011 portò anche ad alcuni arresti, per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Nel 2017 però i giudici del tribunale cremonese hanno disposto il trasferimento degli atti in Emilia, individuando in Bologna il luogo in cui si è manifestata e realizzata l’operatività delle due principali associazioni a delinquere ipotizzate.

Intanto il tribunale collegiale ha aggiornato il dibattimento all’11 dicembre, quando i giudici si pronunceranno su una serie di eccezioni presentate dalle difese, anche sulla competenza territoriale.

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