Cannabis light Bologna, distributore vicino a scuola. E' caos

Il distributore installato all’angolo tra le vie Degli Orti e Dagnini. La rabbia dei genitori che scrivono a sindaco e prefetto: "Serve attenzione"

Il self service della cannabis light in via Dagnini 15 a pochi passi dalle scuole

Il self service della cannabis light in via Dagnini 15 a pochi passi dalle scuole

Bologna, 24 ottobre 2020 - Invece di uno snack o una bibita, la macchinetta sgancia un pacchettino di cannabis light e legale pronta all’uso. A consegnarla nella mani dell’acquirente, previo pagamento (10 euro per un grammo o 18 per due grammi e varie tipologie) e tesserina sanitaria che ne certifichi la maggiore età, un distributore di cannabis. Fin qui tutto regolare se non fosse l’inopportunità che il dispenser si trova in via Dagnini-angolo via Degli Orti a qualche centinaio di metri dalla media Pepoli e dall’elementare Don Milani. Nonché da un paio di materne, la Lunetta Gamberini e la San Severino, e dalla stessa Lunetta Gamberini dove, Covid permettendo, tra l’altro, si svolgono attività sportive. Una novità che ha allarmato i genitori dell’istituto comprensivo 21 di cui fanno parte l’elementare e la media (da notare che in via Laura Bassi c’è anche l’elementare Marconi). Genitori che, dopo aver riunito venerdì scorso il Consiglio di Istituto, hanno preso carta e penna per scrivere al sindaco Virginio Merola e al prefetto Francesca Ferrandino. Missiva firmata anche dalla preside Ombretta Pavoni. Ben consapevoli che "la normativa non vieta la vendita di simili prodotti se privi di effetto "drogante"", i genitori chiedono, tuttavia, alle Istituzioni di "adottare ogni opportuna misura di "attenzione", allo scopo di "prevenire qualsiasi situazione di rischio e tutelare la salute dei nostri studenti". Il distributore, osserva Alessandra Miscione, rappresentante dei genitori in Consiglio di Istituto, è in una "zona sensibile: molti ragazzini delle medie vanno a scuola da soli e passano lì davanti". Preoccupati i genitori hanno scartabellato codici a caccia di appigli, rilevando che "non esiste una normativa come per le sale da gioco" che prevede, appunto, una distanza dai luoghi sensibili, come le scuole, non inferiore ai 500 metri.

Tuttavia esiste una "direttiva del Capo di Gabinetto del Ministero dell’Interno del 9 maggio 2019, che pone la massima attenzione sulla localizzazione degli esercizi, con riferimento alla presenza nelle vicinanze di luoghi sensibili quanto al rischio di consumo delle sostanze, come le scuole, i centri sportivi, i parchi e, più in generale, i luoghi affollati e di maggiore aggregazione, soprattutto giovanile". Insomma ciò che "chiediamo – conclude la mamma – è una maggiore attenzione a fronte di questa nostra segnalazione".

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