Caso Carabellò, il giallo del telefono acceso

Il segnale due mesi dopo la scomparsa di Biagio Il procuratore a ‘Chi l’ha visto’: ‘Chi sa si faccia avanti’

Sergio Carabellò mostra la foto del fratello Biagio, scomparso il 23 novembre 2015 (Schicchi)

Sergio Carabellò mostra la foto del fratello Biagio, scomparso il 23 novembre 2015 (Schicchi)

Bologna, 3 ottobre 2016 - Un segnale. È quello che ha mandato il cellulare di Biagio Carabellò il 3 gennaio scorso, come riportato dalla trasmissione di Rai Tre ‘Chi l’ha visto?’ e confermato dal procuratore Giuseppe Amato. Il quarantasettenne è sparito il 23 novembre 2015 dalla Bolognina, ma a una persona, che aveva cercato di contattare telefonicamente Biagio, è arrivato il segnale che, due mesi dopo la sua scomparsa, il cellulare era tornato raggiungibile. «Ci risulta un’accensione del telefono di Carabellò, elemento su cui vogliamo sviluppare riflessioni – spiega Amato al Carlino –. La scheda o il telefono sono stati manipolati da qualcuno anche solo per qualche secondo».

Anche il 27 novembre scorso il cellulare sarebbe stato acceso, un particolare che per la procura, però, potrebbe non essere «significativo, perché troppo vicino alla data della scomparsa», precisa Amato. Per capire se qualcun altro abbia ricevuto un segnale del genere, il procuratore lancia un appello: «Sarebbe utile avere informazioni da chiunque possa avere avuto contatti prima e dopo la scomparsa di Carabellò, sia personali che telefonici, lavorando noi a tutto tondo sia sulla scomparsa, che sul suicidio che, in ipotesi, su fatti lesivi commessi da terzi non identificati al momento – dice il procuratore –. Questo è uno strumento ulteriore rispetto alle indagini dei carabinieri, per avere un contributo da persone che non abbiamo ancora contattato».

Il procuratore, a ‘Chi l’ha visto?’, è tornato sulle ultime novità dell’indagine. Simona Volpe, l’amica di Carabellò, è stata iscritta nel registro degli indagati per uso di atto falso. Il testamento con cui la donna ha ereditato tutti i beni di Elisabetta Filippini, la compagna di Biagio, morta nel giugno 2010, è stato ritenuto falso, mentre vanno avanti le indagini per cercare di capire chi sia stato l’autore di quel falso. «Abbiamo avuto pochi giorni fa il riscontro della consulente e del Ris che ci hanno attestato che il testamento presentato non è genuino e che è stato redatto, avendo riguardo al contenuto del documento originario, utilizzato come metro di paragone, con il metodo dell’imitazione diretta per lucido – spiega Amato alla trasmissione di Rai Tre –. Questo ha consentito di confortare l’ipotesi dell’uso di atto falso relativamente al testamento che è stato presentato dalla signora Volpe, che per questo è indagata da questo ufficio».

 

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