Cinque case gratis ai giovani in cambio di volontariato

Progetto a San Benedetto: niente affitto i primi due anni, poi canone dimezzato. Il sindaco Santoni: "Le famiglie dovranno svolgere attività per la comunità"

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Grazie alle risorse ottenute dal progetto Pinqua, programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare, il Comune di San Benedetto Val di Sambro metterà a disposizione, a condizioni molto agevolate, cinque alloggi per altrettante famiglie indirizzandole a scegliere questa realtà montana come punto di riferimento per il loro futuro.

L’iniziativa si chiama Coliving e i suoi scopi sono molto chiari, si tratta di attirare nel comune ai confini tra l’Emilia e la Toscana famiglie di nuova residenzialità per favorire il ripopolamento del territorio, valorizzare il patrimonio pubblico inutilizzato o sfitto, sostenere l’autonomia dei giovani e portare futuro alla comunità.

"Per una famiglia, non può esserci un progetto di vita senza una casa – spiega il sindaco Alessandro Santoni – e nei nostri territori, così come in qualsiasi altro, la presenza di famiglie è condizione necessaria ed imprescindibile. Ecco che per essere al fianco di entrambi, famiglie e territorio, abbiamo deciso di avviare questo progetto che metterà a disposizione alloggi a condizioni molto agevolate proprio per incentivare nuove residenzialità. Un progetto che darà dunque la possibilità a ragazze e ragazzi di venire a vivere in Appennino, ossia in un contesto dove la qualità e lo stile di vita rappresentano un plusvalore rispetto agli ambiti urbani, ai quali siamo comunque ben collegati".

L’uscita del bando è prevista nel 2023 e la selezione delle famiglie a cui assegnare gli alloggi avverrà mediante un avviso pubblico che prevede la gratuità per i primi due anni, mentre per il terzo anno il canone di locazione sarà dimezzato. I requisiti per la partecipazione sono l’età del richiedente, che dovrà essere compresa tra i 18 e i 45 anni; il possesso della cittadinanza italiana o di altro stato appartenente all’Unione europea, oppure di altro paese purché si sia residenti in Italia da almeno 10 anni ed in possesso di regolare titolo di soggiorno. Inoltre occorrerà non avere risieduto nel Comune da almeno 5 anni, non aver subito condanne, essere detentori di reddito da lavoro autonomo o dipendente, nonché possedere un reddito minimo variabile in maniera crescente in base al numero di componenti il nucleo familiare.

"In cambio di questo nostro impegno – conclude Santoni – ai nuovi residenti verrà chiesto di impegnarsi nei confronti della comunità contribuendo con attività di volontariato a favore del benessere di tutti. Siccome questa iniziativa prende spunto da un progetto attuato in Trentino, in questo percorso è fondamentale l’appoggio e la collaborazione dell’Agenzia per la coesione sociale della Provincia di Trento, nonché l’esperienza delle due municipalità dove si svolta".

Massimo Selleri

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