Classifica Università, Unibo e l'irresistibile scalata nella top 200 mondiale

Qs World University Ranking, superate 48 posizioni in 3 anni: Alma Mater al 160° posto, prima in Italia per “reputazione”

Un'immagine pre Covid degli studenti (Foto Dire)

Un'immagine pre Covid degli studenti (Foto Dire)

Bologna, 10 giugno 2020 – Un balzo di 17 posizioni. L'Alma Mater scala la classifica mondiale delle Università confermandosi anche quest'anno tra i 200 Atenei migliori del pianeta. Lo stabilisce la 'Qs World University Rankings', una delle più note e prestigiose graduatorie a livello internazionale. L'edizione 2021, pubblicata oggi, vede Unibo raggiungere la posizione 160: dal 2017 ad oggi l'Ateneo felsineo ha scalato 48 posti, si sottolinea da Palazzo Poggi, migliorando il proprio piazzamento per il quarto anno consecutivo.

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Rispetto allo scorso anno, inoltre, l'Università di Bologna scala cinque posizioni nel campo della "Reputazione accademica", raggiungendo il posto numero 69 a livello mondiale e il primo in Italia. Si tratta dell'indicatore più importante del ranking, spiega l'Ateneo: compone il 40% della valutazione finale ed è basato sulle opinioni di oltre 100.000 universitari. "Anno dopo anno i principali ranking mondiali, pur nella loro visione per forza di cose parziale del contesto universitario, continuano a premiare il nostro Ateneo - commenta il rettore Francesco Ubertini - e questo è senza dubbio motivo di grande soddisfazione per tutta la nostra comunità. Voglio sottolineare in particolare il 69esimo posto a livello mondiale per la reputazione accademica: un risultato di grande rilievo, soprattutto se consideriamo che rispetto agli atenei presenti nelle prime posizioni del ranking l'Università di Bologna ha circa il doppio degli studenti e la metà dei docenti".

Il 'Qs world university rankings' è una delle più note classifiche universitarie mondiali, ricorda l'Alma Mater, consultata ogni anno da decine di milioni di studenti. Il ranking si basa sulle opinioni di 102.000 docenti, accademici e ricercatori e di 52.000 manager e direttori delle risorse umane. Comprende l'analisi di 13,5 milioni di pubblicazioni scientifiche, di 74 milioni di citazioni e i dati sulla distribuzione di 23 milioni di studenti e di circa due milioni di docenti e ricercatori.

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