Collettivi, bisogna fermare la violenza

Le provocazioni violente dei collettivi universitari (che di universitario hanno poco o nulla) bolognesi, con il Cua (Collettivo universitario autonomo), in testa sono diventate inaccettabili perché continue e con progressiva escalation di violenza. Due giorni fa hanno tentato di forzare il cordone di polizia e hanno volontariamente aggredito due volte il capo della Digos Antonio Marotta. Poi subito dopo l’occupazione del cortile della facoltà di Lettere. Alcuni giorni fa altre violenze e occupazioni. Possibile che non si riesca a neutralizzare questo gruppo di sconsiderati? Ogni volta fioccano denunce, ma evidentemente non servono a nulla. Se espelliamo dall’Italia gli stranieri che si macchiano di reati e non hanno il permesso di soggiorno, allora va trovato il modo di espellere da Bologna anche i soliti noti che nella vita svolgono il mestiere di guerrieri metropolitani. Del resto non sanno nemmeno loro quale sia l’oggetto di queste demenziali ripetitive proteste. Fanno un mix di tutto: carovita, lotta al governo, patriarcato (???), clima. Finché se la cavano con una denuncia questi simpaticoni continueranno nei loro replay settimanali. Ovviamente questi show non hanno nulla a che vedere con l’attentato alla sorella di Elly Schlein. Qui ci sono di mezzo gli anarchici greci. Il clima, comunque, non è dei migliori. Intanto sarebbe ora di cominciare ad occuparsi seriamente dei collettivi bolognesi.

mail: beppe.boni@ilcarlino.net, voce.lettori@ilcarlino.net

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