Colpi in serie nelle aziende In manette i tre ladroni

Scoperta dai carabinieri una banda di braccianti romeni domiciliati a Ferrara. Due razzie a Medicina e Villafontana: rubati attrezzi, un furgone e perfino legna

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Il loro bersaglio preferito erano aziende, cantieri e case. Puntavano a rubare principalmente attrezzi da lavoro e macchinari, anche di grosse dimensioni, ma non lasciavano indietro nemmeno oggetti di minore valore, come sedie da ufficio o legna. Tutta la refurtiva, tra cui anche escavatori bobcat e armi da caccia, era destinata a essere portata in Romania e rivenduta sul mercato nero. Sono in tutto 24 i colpi attribuiti ai tre romeni arrestati dai carabinieri in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Ravenna Corrado Schiaretti.

In cella sono finiti Nicolae Moraru, 39enne operaio pregiudicato, Ion Gheorghe Preda, 30enne ufficialmente impiegato come bracciante agricolo e Costica Cercel, 53enne bracciante, tutti domiciliati a Ferrara. Secondo le indagini dei militari sarebbero i responsabili di una lunga scia di furti messa a segno tra la fine del 2018 e l’ottobre del 2019 in ben cinque province. La banda avrebbe colpito ripetutamente nella Bassa: a Medicina il 22 novembre 2018 furono rubati 10 quintali di legna da un magazzino e il 6 luglio 2019 nel deposito della partecipanza agraria di Villafontana fu fatta razzia di attrezzi e di un autocarro; al terzetto viene contestato anche il tentato furto in una fabbrica dismessa di Molinella, il 27 ottobre 2018, il furto di attrezzi in un cantiere di San Giovanni in Persiceto, il 31 maggio 2019, e la sparizione di un bobcat e altri attrezzi in un cantiere di Minerbio il 3 giugno 2019; altri tre furti ai danni di imprenditori bolognesi sarebbero stati commessi dal gruppo a Poggio renatico e Finale Emilia.

Nel complesso, la banda avrebbe messo insieme un bottino da oltre duecentomila euro. Il tutto, come hanno spiegato gli inquirenti, agendo nella convinzione di poterla comunque fare franca, dettaglio quest’ultimo che emerge dalle intercettazioni ambientali raccolte dai militari dell’Arma. In alcune di queste, parlando tra di loro gli arrestati si sarebbero lasciati andare a insulti alle forze dell’ordine e a riflessioni sul fatto che in Italia, a differenza che in Romania, avrebbero potuto continuare a delinquere senza particolari conseguenze.

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