I limiti di velocità nei Comuni, la battaglia di 13 sindaci europei: "I governi facciano decidere noi"

Lettera pubblicata sul Financial Times. I primi cittadini di Bologna, Firenze e Milano in prima linea. "Scelte basate sull’opportunità politica impediscono alle autorità locali di pensare alla sicurezza"

Le città d'Europa con il limite di velocità a 30 km/h

Le città d'Europa con il limite di velocità a 30 km/h

Roma, 25 aprile 2024 – Tredici sindaci e vicesindaci di grandi città europee in una lettera sul Financial Times criticano le iniziative politiche che vogliono impedire ai Comuni di decidere i limiti di velocità e le altre misure di sicurezza stradale come le telecamere per il controllo del traffico. I primi cittadini denunciano in Inghilterra e in Europa la tendenza "emergente e preoccupante" dei governi nazionali a ingerire nelle misure per diminuire morti e feriti negli incidenti stradali. E il primo esempio è proprio l’Italia, che vede firmare Matteo Lepore, Dario Nardella e Arianna Censi in rappresentanza di Bologna, Firenze e Milano.

In Italia, dicono i sindaci, il governo ha proposto una legge sulla circolazione stradale che ostacola la possibilità da parte delle autorità locali di creare zone a traffico limitato, diminuire i limiti di velocità e installare autovelox. In Inghilterra il piano del governo centrale vuole fare la stessa cosa. In Germania invece sono un migliaio i Comuni e le città che vorrebbero poter decidere sui limiti di velocità, ma il governo centrale non vuole saperne. Eppure, ragionano i primi cittadini, i limiti di velocità ribassati stanno riducendo le morti e migliorando la circolazione stradale in tutte le città europee. Non si tratta di misure che vogliono limitare la libertà degli automobilisti, ma di tentare di rendere le strade più sicure per tutti. Oltre che di ridurre l’inquinamento acustico e dell’atmosfera e rendere la città a misura di forme di trasporto più salutari come camminare e andare in bicicletta.

I firmatari ricordano che oltre il 70% degli europei vive in aree urbane, che devono affrontare tante sfide per la salute e l’ambiente: "Politiche nazionali come queste, basate non sulla scienza ma sull’opportunità politica, danneggiano la capacità delle autorità locali di prendere decisioni sul miglioramento della sicurezza e della salute dei propri cittadini". "Togliere ai leader locali la capacità di introdurre soluzioni semplici ed efficaci per la riduzione dei danni e per migliorare la vita dei cittadini non si può giustificare", concludono. Oltre agli italiani, firmano i sindaci Philippe Close (Bruxelles), Mathias De Clerq (Gand), Juhana Vartiainen (Helsinki) e i vicesindaci Alison Lowe (West Yorkshire), Thomas Dienberg (Lipsia), Melanie Van der Horst (Amsterdam), Vincent Karremans (Rotterdam), Karin Pleijel (Göteborg), Andréas Schönström (Malmö). Chiude la lista Frauke Burgdorff, responsabile della circolazione di Aquisgrana.

A Bologna va in scena da mesi una diatriba tra il Ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini e il progetto Città 30 del sindaco Lepore. In più il 23 ottobre il Tribunale Amministrativo Regionale deciderà sul ricorso di due tassisti e del capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune, Stefano Cavedagna, sostenuto proprio da Salvini. Le Infrastrutture il primo febbraio scorso hanno emanato una direttiva in cui dicono che sui limiti di velocità è il Codice della strada a parlare. E quindi il governo centra le a decidere.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro