Cornelia, la letterata dimenticata

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Biancastella

Antonino

Le donne son venute in eccellenza di ciascun arte, ove hanno posto cura. (Ludovico Ariosto)

Per 17 anni mi sono imbattuta in un ritratto di donna dal volto così severo da incutermi una certa inquietudine, senza sapere chi rappresentasse quel dipinto, uno dei 400 ritratti che formano la quadreria della Biblioteca Universitaria. Alla fine, per soddisfare la mia curiosità, ho scoperto che quella figura, scura nell’abito e nello sguardo, era Cornelia Zambeccari Carbonesi. Probabilmente il ritratto doveva raffigurare il dolore della vedovanza, ma il pittore, piuttosto mediocre, ne ha esagerato l’atteggiamento di contrizione rendendo il suo aspetto severo e scostante. Del personaggio ci fornisce la principale informazione la scritta in latino che compare sul dipinto; ci svela che la signora Cornelia Zambeccari era la moglie del conte Bonifacio Carbonesi ed era erudita nelle lettere greche e latine, visse 80 anni e morì nel 1609. La Zambeccari era, dunque, una letterata coltissima e da altre fonti storiografiche apprendiamo che scrisse molti componimenti poetici apprezzati dal pubblico ma anche dai letterati a lei contemporanei come il poeta e accademico Muzio Manfredi, Luigi Groto detto il Cieco di Adria, famoso drammaturgo e altri. La stessa fonte dice che un ritratto della signora "di tutto rilievo" era posto nella galleria del senatore Calderini. Chissà se anche in quel ritratto la Zambeccari era effigiata, come in quello che ho condiviso per tanti anni, accanto a un libro aperto su uno scrittoio, simbolo della sua appartenenza all’élite culturale del suo tempo. Di lei c’è anche un busto in terracotta attribuito allo scultore di casa Fibbia, acquisito nelle collezioni del Museo nella città di Palazzo Pepoli. Cornelia Zambeccari: ancora un’altra donna "illustre" per i suoi contemporanei ma poi dimenticata nel tempo.

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