Coronavirus Bologna, Bordon "Il nostro piano per gli ospedali"

Il direttore generale dell’Ausl: "Bentivoglio riconvertito a ospedale Covid, altri trenta letti nel privato a Castiglione dei Pepoli"

Il manager Paolo Bordon, 57 anni

Il manager Paolo Bordon, 57 anni

Bologna, 24 ottobre 2020 - "Restiamo calmi e lucidi, senza perdere la testa. Certo, l’umore non è alto, siamo tristi, ma sappiamo che cosa fare contro il Covid". Paolo Bordon, 57 anni, direttore generale dell’Ausl, ammette che per lui queste sono giornate e nottate difficili, piene di preoccupazioni. Il manager lavora con il tablet sulla scrivania, dove controlla costantemente l’aggiornamento in tempo reale sui dati dei ricoveri. Come sta andando? "Adesso sono complessivamente 216, mercoledì erano 200, tra le nostre strutture, quindi Maggiore, Bentivoglio, Bazzano, Vergato e Santa Viola, e il Sant’Orsola – precisa a fine mattinata –. Di questi, 41 pazienti si trovano nelle terapie intensive e circa la metà sono intubati. I sospetti, in isolamento in attesa di tampone, sono in tutto 26". La situazione è seria: che cosa vuole dire alla popolazione? "Chiedo la collaborazione di tutti: non lasciate la sanità da sola. Il Comune ha chiuso delle piazze, ma alla sera vedo ancora ragazzi seduti a terra con la birra in mano e senza mascherina. Loro hanno meno problemi con la malattia rispetto agli anziani, ma poi veicolano il virus nelle case. Questa battaglia si può vincere, ma insieme: ognuno di noi può dare un contributo". Quali sono le previsioni sui contagi? "Ci aspettiamo che i positivi salgano ancora, forse anche oltre 300 al giorno, e quindi anche i ricoveri potranno aumentare. Ci preoccupa molto l’indice di trasmissibilità di contagio di Milano, Rt 2,5, mentre noi a Bologna ci stiamo avviando a 1,5, perché con la Lombardia c’è un fitto interscambio economico e di relazioni". Quindi, sono in arrivo altre misure? "Sì. La prima è la riconversione dell’ospedale di Bentivoglio a struttura Covid, tranne il punto nascita. In queste ore stiamo prendendo i 26 letti della Geriatria e altri 24, tra Ortopedia e Chirurgia, saranno riconvertiti lunedì. Dispiace, ma è necessario. Avremo altri 30 letti nel privato alla Casa di cura prof. Nobili di Castiglione dei Pepoli. Nel frattempo, alcuni ricoverati escono, la degenza media di questa seconda ondata è di 12 giorni, nella prima era di 20". In quali altre direzioni si muoverà l’Ausl? "Apriremo un secondo punto per i tamponi, dopo quello della Fiera. Un’ipotesi molto avanzata è di realizzare un drive-through a Casalecchio, probabilmente all’Unipol Arena. Nel frattempo, a fine mese arriveranno nuovi macchinari nei laboratori del Maggiore per processare ulteriori 1.500 tamponi al giorno. Attualmente siamo a quota 3mila e dovremo aumentare ancora". Il Dipartimento di sanità pubblica verrà potenziato? "Sì. Lunedì apriremo uno spazio al poliambulatorio Montebello dove ci sarà una squadra di 19 operatori telefonici che si dedicheranno alle inchieste epidemiologiche. In parte è personale dell’Azienda, altri saranno giovani assistenti sanitari che assumeremo. La partita si vince lì, intercettando i contatti stretti quando sono ancora asintomatici per evitare di ingolfare gli ospedali". I medici di famiglia chiedono un potenziamento delle Usca, le unità speciali di continuità assistenziale. "Lo stiamo facendo. Già in questo momento le cinque équipe territoriali, di cui due in città, sono formate da 112 medici che coprono il servizio, 7 giorni su 7, dalle 8 alle 20. È anche grazie a loro se oggi ricoveriamo solo il 6% dei positivi, mentre il 94% viene gestito a domicilio. E non dimentichiamo che i nostri infermieri dell’assistenza domiciliare seguono anche 130 contagiati attualmente in un hotel. Comunque, intendo coinvolgere nella nostra task force di monitoraggio anche i medici di medicina generale". I vaccini sono in arrivo? "Ci sono state difficoltà, ma alcune scorte sono state già consegnate. Entro la prima settimana di novembre arriveranno tutte le dosi". A fine mese sono attesi anche i tamponi rapidi. A chi saranno distribuiti? "Ai Pronto soccorso, alle scuole e alle Cra. Per queste ultime è previsto di centralizzare i positivi in una o due sole strutture. Un’idea che avevo attuato in Trentino e in primavera aveva dato buoni risultati".

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