Costretta a sposarsi con il cugino di 10 anni

Adolescente salvata da ambasciata italiana e polizia del Pakistan. Il matrimonio forzato, celebrato in un villaggio, era stato deciso dal padre.

Migration

di Pier Luigi Trombetta

Una brutta storia a lieto fine che si snoda tra Crevalcore e il Pakistan. Su richiesta dell’ambasciata italiana in Pakistan, la polizia di Gujrat, nell’est del Paese, ha salvato una 16enne, pakistana di origine ma cittadina italiana e che viveva a Crevalcore, da un matrimonio forzato. La giovane, con alcuni familiari, recentemente aveva fatto rientro al Paese di origine. E qui, nel villaggio di Nagrianwala, tre settimane fa, il padre la voleva costringere, sotto minacce, anche di morte, a sposare un cugino di soli 10 anni di età. Ma grazie all’intervento dell’ambasciata italiana, la sedicenne si è salvata. Ed ora si trova in luogo sicuro ed ha manifestato l’intenzione di tornare in Italia.

Da quanto si è potuto apprendere, la ragazza è riuscita in qualche modo a informare l’ambasciata italiana a Islamabad riguardo il dramma che stava vivendo. L’ambasciata ha informato le autorità del ministero degli Affari Esteri del Pakistan e la polizia di Gujrat della situazione. Quando la polizia è intervenuta, la sedicenne ha riferito agli agenti che quando ha rifiutato la proposta di matrimonio, la sua famiglia ha minacciato di ucciderla. E ha riferito anche che lei non voleva sposarsi contro la sua volontà.

La polizia, su disposizione del tribunale, ha portato la giovane a Darul Amaan (un rifugio del governo) dove si trova tuttora. L’ambasciata italiana è stata inoltre informata dalla polizia di Gujrat che i documenti di viaggio della ragazza erano stati distrutti dai suo familiari per contrastare qualsiasi tentativo, da parte della giovane, di recarsi all’estero. "I servizi sociali del Comune di Crevalcore – si limita a dire Emma Monfredini assessore comunale alle Politiche Sociali e Servizi alla Persona – si stanno occupando di questa delicata questione. Attualmente c’è un’ indagine in corso da parte delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria e non posso dire altro. Ci auguriamo che si riesca a trovare una situazione di equilibrio e serenità". E la storia della sedicenne di Crevalcore può essere presa come un emblema, perché rappresenta ormai la volontà delle giovani immigrate di seconda generazione che non accettano più le imposizioni familiari, come quella del matrimonio combinato. Che invece è ancora diffuso in alcune comunità. Sulla questione interviene infine il sindaco Marco Martelli: "Speriamo che tutto si risolva per il meglio. Siamo di fronte a un’usanza purtroppo ancora praticata in Pakistan, ma in questo caso l’intervento delle autorità ha evitato il peggio. Nel caso la ragazza dovesse rientrare a Crevalcore, le troveremo un posto sicuro dove poter vivere serenamente e dove poter decidere sulla sua vita".

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