Covid, boom tra i bambini a Bologna. "Aumentano i test positivi"

Ghizzi (Maggiore): "Più del 20% dei tamponi adesso evidenzia il contagio. C’è un incremento progressivo, da inizio dicembre la quota è raddoppiata"

La vaccinazione di un bambino (Ansa)

La vaccinazione di un bambino (Ansa)

Bologna, 7 gennaio 2022 - Da inizio dicembre a martedì si sono registrati 1.433 accessi al Pronto soccorso pediatrico del Maggiore. I pazienti sottoposti a tampone molecolare sono stati 445, i positivi 44. La loro età va da 0 a 5 anni in 25 casi (nove femmine, 16 maschi), tra i sei e i dieci anni in 11 casi (cinque femmine, sei maschi) e tra gli 11 e i 15 anni in otto casi (due femmine, sei maschi.

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Chiara Ghizzi alla guida della Pediatria e del Pronto soccorso pediatrico del Maggiore
Chiara Ghizzi alla guida della Pediatria e del Pronto soccorso pediatrico del Maggiore

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Dottoressa Chiara Ghizzi, il Covid colpisce sempre di più anche i bambini? "Sì – risponde il direttore della Pediatria e del Pronto soccorso pediatrico –. Il dato più significativo è l’incremento nel tempo dei tamponi positivi. Era del 10% ai primi giorni di dicembre, da Natale ai primi dell’anno è salito al 20% e adesso siamo già al 22%. Ed è un dato sottostimato perché i tamponi vengono fatti solo ai bambini sintomatici". In questo periodo quanti ricoveri avete registrato? "Tre ricoveri per Covid prima di Natale: un bimbo di tre mesi, uno di cinque e una bambina di due anni. Tutti avevano febbre elevata alta, li abbiamo idratati per via venosa, ma a differenza degli adulti non hanno mai avuto problemi di insufficienza respiratoria. Sono rimasti in reparto qualche giorno poi sono tornati a casa senza complicazioni". Si erano contagiati in famiglia? "Nei loro nuclei familiari c’erano dei focolai Covid in atto". Provenivano da ambienti No vax? "Uno di loro immagino di sì, perché non aveva ricevuto alcuna vaccinazione e l’atteggiamento della famiglia è stato di chiusura. Negli altri due casi, i genitori non erano vaccinati, ma parlando con loro ho riscontrato un’apertura. Penso che il ricovero abbia fatto riflettere le famiglie e ho la sensazione che sarebbero tornati sul loro pensiero, hanno fatto capire che forse la scelta di non affrontare il percorso vaccinale poteva essere rivista". È preoccupata per la diffusione del virus tra i bambini? "Sicuramente per l’aumento nelle fasce d’età dei molto piccoli, collegato alle necessità di ospedalizzazione, perché nel frattempo procedono anche altre patologie acute. Così il tema diventa organizzativo". Avete creato aree separate? "Certo. Dall’inizio della pandemia abbiamo subito realizzato due percorsi separati in Pronto soccorso e in reparto. Inoltre, gli operatori che seguono i bimbi positivi sono dedicati solo a loro. Il Maggiore ha grandi spazi e abbiamo potuto ricavare tre stanze attrezzate e ora sta per essere terminata anche la quarta: lì possiamo isolare i bambini positivi e anche i casi sospetti in attesa del referto del tampone. Comunque, abbiamo 25 letti che possiamo dedicare a quello che serve". Avete registrato casi di Mis-c, la sindrome infiammatoria multisistemica causata dal Covid? "Lo scorso anno abbiamo visto 5 o 6 casi, con una compromissione cardiologica importante in due occasioni, tanto da ricorrere al supporto della terapia intensiva. Questi bambini avevano un’età tra i 7 e i 12 anni, ora potrebbero essere protetti con il vaccino, allora non c’era". Casi di Long Covid? "No, non ci sono capitati". Con le bronchioliti come va? "Abbiamo retto l’ondata d’urto che adesso si è smorzata. La diminuzione, dell’80%, è iniziata un mese fa. Dal 15 settembre abbiamo avuto 161 ricoveri, un numero maggiore del 2019 e 2020 messi insieme. Speriamo che adesso non ci sia un nuovo picco. Quest’anno la socialità è ripresa e ora bisogna fare molta attenzione alle regole d’igiene: lavare bene le mani dei bambini e portarli a fare passeggiate in luoghi senza assembramenti". L’influenza è arrivata? "Nessun caso da noi".

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