"Deliveroo, l'algoritmo Frank è discriminatorio"

Il tribunale di Bologna accetta il ricorso della Cgil. L'azienda: "Sistema corretto e comunque non più in uso"

Deliveroo, un rider al lavoro (foto d'archivio Ansa)

Deliveroo, un rider al lavoro (foto d'archivio Ansa)

Bologna, 2 gennaio 2021 - "L'algoritmo 'Frank' utilizzato da Deliveroo per valutare i rider è discriminatorio. Una svolta epocale nella conquista dei diritti e delle libertà sindacali nel mondo digitale, stabilita dal Tribunale di Bologna accettando il ricorso promosso congiuntamente da Nidil-Cgil, Filcams-Cgil e Filt-Cgil e dalle rispettive strutture territoriali bolognesi". Lo annuncia in una nota Tania Scacchetti, segretaria confederale della Cgil.

"Per la prima volta in Europa - sottolinea Scacchetti – un giudice stabilisce che 'Frank' è cieco e pertanto indifferente alle esigenze dei rider che non sono macchine, ma lavoratrici e lavoratori con diritti". Il ranking reputazionale "declassa allo stesso modo, senza alcuna distinzione, sia chi si assenta per futili motivi, sia chi si astiene dalla consegna per malattia o per esercitare il diritto di sciopero", spiega la sindacalista.

"Il giudice ha ritenuto quindi che il modello di valutazione adottato dalla piattaforma di food delivery - aggiunge Scacchetti - era il frutto della 'scelta consapevole' dell'azienda di privilegiare la disponibilità del rider, senza mai considerare le ragioni del suo possibile mancato collegamento alla piattaforma". Questo poiché, continua la nota, come afferma il Tribunale "quando vuole, la piattaforma può togliersi la benda che la rende 'cieca' o 'incosciente' rispetto ai motivi della mancata prestazione lavorativa da parte del rider e, se non lo fa, è perché lo ha deliberatamente scelto".

Deliveroo: "Non usiamo più quel sistema"

“Prendiamo atto della decisione del giudice che non condividiamo e che fa riferimento a un sistema di prenotazione delle sessioni dei rider che non è più in uso”, dichiara Matteo Sarzana, general manager di Deliveroo Italy. 

“La correttezza del nostro vecchio sistema - prosegue Sarzana - è confermata dal fatto che nel corso del giudizio non è emerso un singolo caso di oggettiva e reale discriminazione. La decisione si basa, esclusivamente, su una valutazione ipotetica e potenziale priva di riscontri concreti: i rider, infatti, potevano cancellare la sessione prenotata fino all'ultimo momento prima dell’inizio, senza alcuna conseguenza sulla possibilità di collaborare con la piattaforma. Valuteremo con serenità la possibilità di ricorrere in appello, anche perché dal mese di novembre questa tecnologia è stata sostituita da un'altra, più moderna, che non prevede l'uso di statistiche, pertanto questa decisione non ha alcun impatto sul nostro modello di business”.

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