Digitale, business da 6 miliardi: "Qui c’è un grande potenziale"

In Emilia-Romagna balzo del 2,6%. Sassi (Confindustria): ma va semplificato il sistema

Digitale, business da 6 miliardi: "Qui c’è un grande potenziale"

Digitale, business da 6 miliardi: "Qui c’è un grande potenziale"

Il mercato digitale dell’Emilia-Romagna vale più di 6 miliardi di euro. E, nonostante l’emergenza causata dall’alluvione e l’incremento dei costi delle materie prime, nel 2023 è cresciuto del 2,6 per cento rispetto all’anno precedente. La fotografia è del rapporto ‘Il Digitale in Emilia-Romagna 2024’, realizzato da Anitec-Assinform e Confindustria Emilia-Romagna e presentato ieri alla Bologna Business School dell’Alma Mater. Il report fa il punto sulla diffusione dell’economia digitale in regione, focalizzandosi sui servizi Ict (Information and communication technologies), contenuti e pubblicità digitale, software e consulenza. Sul territorio sono attive 13mila imprese Ict e, di queste, 500 sono le start up e le piccole e medie imprese innovative della regione. Il bilancio del settore che vede tante luci (e numeri positivi), registra, però, anche qualche ombra. Proprio relativamente a start up e aziende innovative, l’indagine evidenzia un basso sviluppo, le disparità nell’avanzamento della digitalizzazione a livello territoriale, una non piena capacità di sfruttare il processo di trasferimento dell’innovazione dalla ricerca alle imprese, una cultura manageriale poco propensa all’innovazione e la carenza di professionalità avanzate.

"Le aziende emiliano-romagnole sono impegnate in importanti processi di trasformazione digitale: secondo la nostra indagine, nel 2023 il 55% ha investito in Ict e il 58% in formazione. Per fare un vero salto di qualità dobbiamo lavorare assieme, imprese, istituzioni e tanti soggetti dell’innovazione, per semplificare il sistema, renderlo più accessibile alle aziende e più trasversale", sottolinea la presidente regionale di Confindustria, Annalisa Sassi. "Dal report emerge un dato positivo, ma – ammette – c’è ancora molto potenziale da esprimere". Marco Gay, presidente di Anitc-Assinform, l’associazione di Confindustria che raggruppa le principali aziende dell’Ict, spiega che "il trend di crescita del digitale italiano continua dal 2016 con una percentuale che si attesta al 3,5% anno su anno e per il 2026 sarà di 90 miliardi di euro". In questo scenario, "l’Emilia-Romagna segue il trend con investimenti, un comparto Ict importante e credibile e con l’attenzione necessaria a raccogliere questa sfida e farla diventare un’opportunità che è l’investimento in competenze", riconosce Gay.

"L’Emilia-Romagna riesce a essere uno dei luoghi più resilienti al mondo. Nonostante le tragedie che ci hanno colpito in questi dieci anni, prima il terremoto, poi la pandemia, infine l’alluvione, questa è una regione che continua a crescere e ha livelli di competitività su export, di attrattività turistica e di investimenti esteri tra i più alti in Europa", rivendica il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. Che non manca di ricordare il valore del Tecnopolo. "L’essere la più importante data valley europea, tra le prime al mondo, ci darà un vantaggio competitivo straordinario. Non è un caso che il governo porterà il G7 su digitale e nuove tecnologie proprio al Tecnopolo di Bologna. Avremo i riflettori del mondo su di noi. C’è voglia di venire a investire in questa terra e questo può dare competitività alle nostre imprese e alle nostre università", conclude Bonaccini.

ros. carb.

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