Nuovo digitale terrestre Bologna, è caos. "Disagi almeno per un altro mese"

Pioggia di segnalazioni da parte di chi non vede ancora i canali in alta definizione e si rivolge ai tecnici. Il Corecom: "Ma il 40% degli interventi riguarda operazioni semplici da poter fare in autonomia"

Un antennista al lavoro con la scala

Un antennista al lavoro con la scala

Bologna, 16 aprile 2022 - C’è chi lo definisce l’argomento del giorno, nonostante le notizie spazino sempre più tra una guerra sanguinosa e una pandemia recrudescente. Ma agli italiani, si sa, la televisione non va tolta. E così, dall’8 marzo, il tanto temuto passaggio al "nuovo digitale terrestre" ha cominciato a creare non pochi problemi e preoccupazioni. Tantissime le segnalazioni arrivate al Carlino di bolognesi alle prese con la nuova sintonizzazione dei canali "troppo complicata", o con la mancata ricezione delle nuove frequenze in alta definizione, o ancora la problematica di non riuscire a collegarsi sul Tg regionale corretto, cioè quello emiliano romagnolo, finendo invece per sintonizzarsi su quello veneto, lombardo o addirittura del Lazio. C’è poi chi ha una tivù troppo vetusta, e deve arrendersi all’idea di cambiare dispositivo per fruire dei nuovi canali, e c’è chi, invece, nonostante tutto non ha potuto fare a meno di rivolgersi a un tecnico specializzato. Non solo, però: dopo oltre un mese, il passaggio al digitale portato avanti dal Mise è ancora in corso d’opera e dal Corecom, il Comitato regionale per le comunicazioni che fa capo a viale Aldo Moro, lanciano il monito: "I problemi continueranno almeno per un altro mese o più".

"Innanzitutto, ci sono due problemi di natura completamente diversa – spiegano dall’Ente –. Uno riguarda la vera e propria ricezione dei canali, mentre l’altro riguarda la corretta scelta sulla ricezioni delle giuste emittenti regionali". Nel secondo caso si tratta semplicemente di una piccola operazione da fare: se non si riesce a vedere il telegiornale emiliano-romagnolo, infatti, non è colpa del segnale ("che arriva sempre", assicurano dal Corecom): basta prendere il telecomando e, spaziando tra i vari menù della sintonizzazione, compiere la scelta corretta quando si verifica l’interferenza di più segnali, come può avvenire per il Tg regionale. "In certe zone, invece, persistono alcuni problemi legati alle frequenze che sono state liberate per fare spazio al 5G – proseguono –. Alcuni canali hanno cambiato la frequenza stessa, occupandone una che magari prima era sgombra. E così, alcuni sembrano come scomparsi".

Un mare magnum di tecnicismi e termini come Megaherz o Mpeg4, una chimera per la maggior parte degli utenti. Soprattutto per i più anziani. "Tutto questo comporta liste di attesa molto lunghe e interventi in centinaia di condomìni – concludono dal Corecom –. Non solo: abbiamo condotto un’indagine in accordo con Cna e risulta che, su un campione di 400 interventi, circa il 40% è composto da lavori che non hanno previsto la salita dell’operatore sul tetto per lavorare sull’antenna. In sostanza, quasi la metà delle chiamate ha riguardato semplici operazioni con la tivù o il telecomando". "Uno spreco", lo definisce il Corecom, data la presenza ormai contingentata di antennisti, in un contesto generale che, per il momento, ha creato più confusione che benefici.

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