Dino Gavina Bologna, rinasce il negozio di via Altabella

Gli storici locali nel cuore del centro storico sono già in ristrutturazione. La nuova proprietaria Claudia Canè Draghetti: "È un luogo magico"

Claudia Canè Draghetti davanti all’inconfondibile ingresso del negozio di via Altabella

Claudia Canè Draghetti davanti all’inconfondibile ingresso del negozio di via Altabella

Bologna, 18 ottobre 2019 - «Ho visto il cartello ’Vendesi’ sulle vetrine e non ho saputo resistere all’idea di riportare alla vita uno spazio così bello e magico». Le cose migliori nascono così, da un incontro casuale. Ed è così che, da settembre Claudia Canè Draghetti, 48 anni e una laurea in Economia, è la nuova proprietaria del negozio Gavina (FOTO). Ossia, quel gioiello di design interamente disegnato da Carlo Scarpa all’inizio degli anni Sessanta che, per decenni, è stata l’avanguardia di Bologna grazie al genio di Dino Gavina. Ed è così che da settembre, in via Altabella 23, quasi all’angolo con via Oberdan, sono partiti i lavori per restituire alla città uno spazio che ha fatto storia e che, proprio per questo, è sottoposto al vincolo della Soprintendenza alle Belle Arti. Il negozio, inoltre, sarà utilizzato anche come set per le riprese del film su Diabolik dei Manetti Bros, le cui riprese sono iniziate la scorsa settimana sotto le Due Torri: il fumetto delle sorelle Giussani, infatti, è ambientato proprio negli anni Sessanta.

Claudia Canè Draghetti cosa l’ha spinta a intraprendere questa avventura? «E’ uno spazio magico, quando passeggiavo per il centro e lo vedevo ridotto così, mi dispiaceva tanto. E dire che è un immobile unico: un giorno ho anche incontrato un gruppo di studenti dell’Accademia che, seduti per terra, disegnavano le vetrine sui loro album».

È legata a quel negozio? «Molto, da piccola lo frequentavo con i miei genitori, vedevo il bello risplendere, percepivo la bellezza della diversità. Quando mi si è presentata la possibilità, ha pensato che fosse giusto fare qualcosa di importante non soltanto per me, anche per la città».

Da chi l’ha comprato? «Dalla famiglia Castaldini. Gavina lo affittò quando era dei genitori, poi è passato ai figli e ai nipoti. Pensi che la ristrutturazione firmata Scarpa venne pagata da Gavina che non coinvolse neppure la proprietà».

In che stato l’ha trovato? «Anni di assenza di manutenzione hanno lasciato un segno profondo. Il delicato cancellino era diventato uno spazio per legare le biciclette. Le splendide vetrine erano coperte di scarabocchi. Un problema di umidità stava aggredendo la cantina e lo spazio commerciale. Ora rinasce, come una bella donna che ha bisogno di un po’ di trucco per essere al meglio».

Come si destreggia con i vincoli della Soprintendenza? «Lo spazio è giustamente protetto: i tempi sono un po’ più lunghi rispetto a un normale cantiere, ma ne vale la pena».

C’è un angolo di cui si è innamorata? «Sì, quello dove c’è la fontana con il mosaico di Mario De Luigi, che era compagno di scuola di Scarpa. La luce gioca con l’acqua e con le piastrelle bianche, argento e oro: in un attimo si accendono i colori del cielo».

Si è mai pentita della decisione di acquistare il negozio? «Mai. Anzi, vederlo risorgere mi dà energia e tanta carica. Bologna finalmente ha successo anche con i turisti. Questo spazio è uno dei monumenti che deve essere visitato: merita di essere al massimo».

Che cosa diventerà? «Lo affido a Roberto Dalla Valle e alla sua Vintage 55 (un’azienda di abbigliamento che si ispira proprio agli anni ’50 e ’60; ndr ). Anche Dalla Valle se ne è innamorato e lì organizzerà eventi di moda, design, musica e arte in generale. Ha scelto l’arredamento con grande cura, ci sarà anche un tavolo proprio di Scarpa»

Quando aprirà? «Speriamo entro Natale. E sarà una festa degna di posto così unico».

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